martedì 1 aprile 2008

Qui finisce l'avventura...

Rientrato nel Grande Raccordo Anulare (e nelle temperature adatte alla sopravvivenza umana), è il momento di chiudere l'esperienza di questo blog: non è un "diario" per tutte le stagioni e, finito il periodo in Canada, non ha ragione di continuare.
In pieno stile piccirillesco, però, ci vuole una statistica conclusiva, che premi i lettori più attivi (e contemporaneamente soddisfi le mie manie di classificazione). Ho conteggiato sia gli interventi sulla tag board che i commenti ai miei post, e ne è venuto fuori un esito abbastanza scontato:
  • Erik (straripante) 30
  • Leti 10
  • Marianna 9
  • Rosella 7
  • Giuseppe e Ylenia 6
  • Lucia, Paola e il fratello 2
  • Silvio, Michele e il buon Paologreco 1
Ps non si lamenti chi, pur avendo letto il blog, è stato troppo pigro per lasciare traccia...

venerdì 28 marzo 2008

NY




Soddisfatta la richiesta di foto dal Blue note avanzata dal buon Erik.
PS. domani aereo e domenica mattina mesto rientro in patria. L'avventura nordamericana è conclusa, ma non prima di andarmi a godere Chicago the musical a Broadway. Figata!!!

lunedì 24 marzo 2008

The worst of

Sara' che ero arrivato con un sacco di aspettative, ma Montreal mi ha abbastanza deluso. Pensavo di trovare la citta' che negli Anni 70 e' stata al centro di tutto, con il primo ministro Trudeau che girava in scarpe da ginnastica mentre era con la Regina Elisabetta e John Lennon che scriveva Give Peace a Chance nella suite di un albergo durante la famosa "in-bed-session" con Yoko Ono. L'Expo universale, le olimpiadi... E invece mi sono ritrovato un'anonima citta' nordamericana, abbastanza degradata e squallida. Se Toronto e' praticamente un pezzo di States in terra canadese e Quebec e' quasi in tutto europea, ecco, Montreal non e' ne' carne e ne' pesce. Certo, ci sono un sacco di locali notturni (in buona parte strip bar...), ma da vedere in giro c'e' ben poco. Al punto che ieri sera, adottando la filosofia di Letizia che in Spagna compro' un vestito di Custo e un paio di scarpe Pura Lopez dicendo che portava a casa dei pezzi dell'artigianato locale, me ne sono andato al cinema IMAX piuttosto che continuare a girare nel nulla. Del resto, visto che la tecnologia IMAX e' stata inventata da un canadese, non ho fatto altro che un tuffo nei prodotti tipici locali.

La cosa positiva e' che si mangia da dio, a cominciare dalla carne affumicata per finire con la poutine, una variante quebecois delle patate fritte, con della cagliata e della salasa di carne. E a poco prezzo.
Ero seduto da Schwartz's, un posto nel Plateau che pare abbia la migliore smoked meat della citta' (e in effetti era un continuo orgasmo per il palato), e sento dal tavolo a fianco un chiacchierare familiare: per la prima volta incontravo due italiani! Dal giorno della partenza da Roma non mi era mai capitato di incrociare dei connazionali (il che non mi era affatto spiaciuto). Incerto sul "jump in", ho tentennato un po'. Non volevo ficcarmi in una conversazione scontata sul tempo e le differenze dalla nostra primavera... Poi pero' ho iniziato a sentirmi come Raymond Barry di fronte allo Chevalier e non ho resistito. Alla quinta parola scambiata me ne sono pentito: romanerrimi, con l'unica preoccupazione di trovare l'Hooters piu' vicino e il minimo interesse per la mia delusione per la citta'.
Anzi, parlando esce la storia di John Lennon e di come la citta' fosse diversa da quanto mi aspettassi e uno dei due mi risponde: "che canzone e'? mai sentita... E c'ho pure One, il Greatest hits dei Beatles". Volevo infilargli la forchetta su per il naso. Il discorso mi ha fatto rispolvere un'idea letta su un giornalino universitario circa il necessario odio per la categoria "Best of" del panorama discografico. Gia', e' assolutamente necessario NON comprarli e NON frequentare persone che collezionano le "raccolte", magari natalizie, che rappresentano il Bignamino del melomane. Dico io, anni a disputare se e' meglio un album tecnicamente perfetto come Rubber Soul, oppure uno rielaborato fino allo sfinimento come Sgt. Pepper e arriva un ignorantone e mi viene a piazzare l'inno del pacifismo Flower power nell'era pre-Let it be?????

Lasciamo stare, tanto tra qualche ora si parte per la Grande mela.

Ps per i lettori spezzini: lo sapevate che la macchina che passa sul ghiaccio per preparare il campo da hockey si chiama "the zamboni"? Avra' qlcsa a che fare con la Sara??????

domenica 23 marzo 2008

Diffidate dalle imitazioni

Non ce la faccio più.
Non è che mi chiamo "Mario Rossi" come quello dell'8 per mille. Eppure ho un invadente omonimo che rischia prima o poi di farmi fare delle ricchissime figure di merda.
E' il solito Giovanni Piccirilli (come me), ma nato a Ceprano (FR) il 10 ottobre 1978 (quindi non sono io!), che scrive boiate neo-harmony e si autodefinisce "Il nuovo scrittore dei sentimenti". Patetico.

Ora ha anche un blog, il cui indirizzo è http://giovannipiccirilli.splinder.com/, peggio di così...
Pare abbia addirittura una segretaria che gli tiene i rapporti con i fans (eh?).
Ma posso denunciare uno che va in rete a pubblicare con il mio nome (NON MI INTERESSA SE E' ANCHE IL SUO!!!) frasi del tipo: "Il segreto di un amore sta nel rispettare la donna, il segreto di una donna sta nell'essere amata, il mio segreto è in entrambi..."? MA CHE CAZZO VUOL DIRE??? E poi, se proprio vuoi scrivere, trovati uno pseudonimo.

PS. tormenta di neve prima e vento a -20 poi su Quebec, serata in camera a far nulla. D'oh!

sabato 22 marzo 2008

Quebec 1608.

La capitale del Quebec (omonima, gli anglofoni aggiungono city) è una città spettacolare. Senza eccedere in trionfalismi, è uno dei posti più belli che abbia mai visto.
E' un mix tra Europa e America, e anzi di yankee non ha assolutamente nulla. Difficilmente si sente parlare inglese per strada, al posto dei fast food ci sono le creperie. Mi ricorda tantissimo la Bretagna (Giù, ti ricordi la galette mangiata a Quimper sotto il tendone mentre fuori diluviava? Ecco...).
Tra l'altro quest'anno la città "compie" 400 anni dalla fondazione e quindi è anche tirata a lucido (sotto i 50cm di neve, s'intende...).

E' uno dei pochi posti del nordamenrica davvero ricco di storia, se per storia intendiamo qualcosa che una persona dell'età dei nostri nonni non possa aver vissuto. Ai piedi della rocca (bellissima, tutta circondata dalle mura) c'è la Pleines d'Abraham, teatro di non so quante battaglie tra inglesi e francesi prima e tra americani e inglesi poi. E' qui che è morto il mitico colonnello (poi generale) Montcalm, presente anche ne L'ultimo dei mohicani (Lu! quante volte ci siamo "smessaggiati" mentre lo facevano???).
Proprio al centro della città c'è un albergo clamoroso (quello della foto), lo Château Frontenac che appunto, più di un albergo, è un castello vero e proprio nel quale tra l'altro si sono incontrati Churchill e Roosevelt durante la Seconda guerra mondiale. Nell'ossessione (questa sì, nordamericana) di mettere tutto in classifica, pare che sia l'albergo più fotografato del mondo. Sarà... Cmq, siccome è davvero scenografico (nel punto più alto della città, a strapiombo sul porto e il fiume S. Lorenzo), mi sono scatenato con la macchinetta e ho contribuito a tenerlo in vetta agli scatti della giornata. Anzi, per fotografarlo meglio, ho preso il piccolo traghetto che porta a Levis, dall'altra parte del fiume.
Che spettacolo, l'acqua era semicongelata e nella corrente c'erano dei pezzi di ghiaccio enormi tra i quali il traghetto si faceva strada con una sicurezza da far impallidire il capitano del Titanic. A parte il punto d'osservazione per le foto, dall'altra parte non c'era davvero nulla e, praticamente surgelato come una busta di spinaci findus, me ne sono tornato indietro dopo neanche una mezz'ora.

Ritornato a Quebec, sono andato a fare anche il giro dell'albergo di cui sopra (purtroppo accessibile solo con delle visite guidate, gestite da zelanti ragazze molto in carne vestite da cameriere dell'ottocento). Nonostante la Lonely planet lo snobbi alla grande, l'interno dell'albergo vale tutti gli 8 dollari che costa. Ti portano dappertutto, anche in una stanza tanto per farti rosicare d non potertela permettere (da 300$ a notte, che alla fine non sono neanche uno sproposito se penso a quanto mi hanno spillato per una stamberga a Siena l'ultima volta che sono andato per il Convegno del gruppo di Pisa).

Per il resto la città è magica e con la neve è un posto proprio romantico. Non a caso è pieno di coppiette che girano mano nella mano. Che invidia, non tanto per la compagnia, quanto per il fatto di avere qualcuno che ti conserva le mani a una temperatura accettabile!

venerdì 21 marzo 2008

Forza (Al)Italia?

Ma che razza di Paese ho lasciato? In questi due mesi (scarsi) è successo di tutto. Passi Toto-Cutugno-picchiatore che voleva darle a Luzzato Fegis. Passi Morgan che va a fare un programma con Dj Francesco.
Ma la storia di Alitalia è davvero troppo. E leggendo i giornali on line, non mi sembra ci sia tanta sorpresa o preoccupazione. Ma ci rendiamo conto che il nostro giovane futuro premier dirà di no a AirFrance per dire di sì... a se stesso! Ma che cazzo di storia è? Va bene che il tizio americano che pare voglia comprarsi la Roma è il proprietario della catena di negozi chiamata "Banana republic", ma insomma... Si è ben oltrepassato il limite del conflitto d'interessi, ormai siamo al ritorno allo stato patrimoniale.

In un tripudio mistico mischiato al delirio di onnipotenza S.B. si è anche lasciato andare a qualche slogan tipo "Rialzati Alitalia" o "O si fa Alitalia o si muore". Immagino Garibaldi e Massimo d'Azeglio che si rivoltano nella tomba.
In ogni caso, sto per partire da Ottawa. Alle 12.00 locali ho il bus per Quebec city, inizia il viaggio e il ritorno verso casa.

giovedì 20 marzo 2008

Breaking news: Topo Gigio endorses UDC!

Le vicende dei partecipanti allo Zecchino d'oro sono sempre piu' affascinanti.

Dopo l'arresto della bimba che cantava "Volevo ungatto nero" per sfruttamento della prostituzione e spaccio di cocaina ed eroina, altre grandi novita'!
Il bimbo paffuto che, con le mani dietro la schiena, cantava "Ma Popoff / sbuffa, sbuffa e dopo un po’ / gli si affonda lo stivale nella neve e resta li'" si candida con l'Udc alla Camera! (Numero 19 in lista in Emilia Romagna, non sara' eletto neanche se i cosacchi invadono Modena e Bologna).

Chi avrebbe potuto immaginare che il mago Zurli' non era altro che un addestratore di futuri criminali dalle amicizie discutibili?

mercoledì 19 marzo 2008

Over booking

Ci siamo. Domani finisce lo stage e inizia il "viaggio", peccato non avere a disposizione una Punto 1.2. rossa. Sarebbe perfetta. Vabbè, mi accontenterò dei bus della Greyhound.
Viaggiare da solo mi piace parecchio, è il miglior modo per vedere le città e scambiare qualche parola con gli "indigeni" e, magari, fare conoscenza. L'unico problema è la sera. Dopo cena, magari al termine di una giornata pesante, sedersi da solo al bancone e chiacchierare non è sempre facile. Ci vuole un "sè" molto strutturato (come direbbe Giuseppe). Quindi, mi è presa la "scimmia" della partecipazione a eventi collettivi di ogni genere e mi sono scatenato nelle prenotazioni più disparate.
Già domani sera mi vado a vedere il big match di hockey Ottawa Senators-St. Louis Blues. Andiamo io e Luc, visto che è anche il suo compleanno (e, riprendendo il concetto dell'ultimo post, io sono un signore e gli ho anche regalato il biglietto).

Poi, in vista della cinque-giorni newyorkese, non ho avuto più freni.
Continuando con lo sport, mi sono sentito con Francesca (un'amica del fratello) e abbiamo prenotato perl'NBA: New York Knicks-Miami Heats al Madison Square Garden!!!! Non sarà Genzano, mitica del guanto d'oro, ma si difende!
A proposito... Noto che sono iniziati a piovere amici e addirittura parenti che abitano a New York. E io che mi sono preso l'ostello a Harlem?!? Se una banda di negroni attenta alla mia borsa (o, magari, alla mia virtù) potete ritenervi responsabili.

Cmq... Sempre a proposito degli eventi sociali in terra a stelle e strisce, mi sono buttato anche sulla musica. Caspita, c'è Broadway!!! E ho visto che stanno ancora facendo Chicago, DEVO ANDARCI! L'unico problema è che, nonostante a Broadway ci siano decine di teatri, i prezzi sono allucinanti. Da 100$ in su per un posto in piccionaia. Pare che Fassino, patito di musical, si sia fatto 8 musicals in 7 giorni l'ultima volta che è stato lì. Oltre al fatto che, evidentemente, non aveva molto da fare, deve averci speso un fottìo di quattrini! Cmq ci sto seriamente pensando...
E poi a NY c'è il tempio della musica! Il Blue Note!!!! Che non ci vado? Vabbè, solo la prenotazione del tavolo costa 35$, ma chissene...

Per il resto è un periodo di sole buone notizie. Compensi in arrivo sorprendentemente alti e rapidi, proposte allettanti di cose da scrivere... Potrei quasi dire, come nel migliore dei film di Moretti, "sto bene, sto proprio bene. esco, mi fido della gente".

Ps. bentornato nel modo tecnologico al lombardi. a proposito, auguri... Per chi non lo conoscesse, Giuseppe oggi se ne sarà rimasto rintanato in casa pur di non uscire e dover offrire zeppole a amici e conoscenti (ah le usanze dell'altissimo Molise, quasi basso Abruzzo).

martedì 18 marzo 2008

Toronto, ovvero: il mio problema è che sono un signore...

Appena rientrato da Toronto. In teoria è stato un viaggio a vuoto: i due prof. che avevo contattato non hanno "fruttato" quanto dovuto. Il mitico Hutchinson mi ha dato proprio buca (avvisandomi cordialmente per mail), l'altro si è rivelato un deficiente, e vabbè...
Però mi sono potuto prendere tutta la giornata (e mezza) per fare il turista.

Rispetto a Ottawa, Toronto è un altro pianeta. Più che altro, è una metropoli in piena regola. Insomma, non si corre il rischio di essere attaccati da una puzzola per strada. Poi i grattacieli fanno abbastanza scena... A proposito di scena, leggevo sulla Lonely planet che Toronto è chiamata Hollywood North per il fatto che spesso i film americani sono girati qui: l'atmosfera del distretto finanziario è molto yankee, e è più semplice che negli States avere i permessi per girare in strada. Mi sono detto "sarà la solita stronzata", e invece ho visto due set diversi (blindatissimi)...

Ieri sera, appena arrivato, mi faccio un giro e arrivo per caso all'Air Canada Center, il tempio dello sport cittadino. C'era una marea di gente con annessi bagarini che offrivano tickets a tutti. Convinto si trattasse di un incontro dei Raptors (pallacanestro NBA) o dei Maple Leafs (hockey NHL, da notare l'errore nella formulazione del plurale, ma qui va bene così), mi stavo accodando alla biglietteria, disposto anche a sborsare una bella cifra, tanto che cavolo faccio da solo stasera??? Meno male che mi sono guardato in giro; tutti capelloni, con le magliette uguali... Era un concerto degli Iron Maiden! Ora, per carità, Seventh son of a seventh son, tutto quello che volete, ma andare da solo a prendere bottigliate a Toronto non me la sono sentita, e ho ripreso la mia perlustrazione del centro.

Cambiando argomento, i canadesi fanno tenerezza con la loro mania delle classifiche e la mitologia del loro Paese. Vanno ancora farneticando che la CN tower sia l'edificio più alto del mondo (lo trovate scritto anche nel sito), mentre sono alcuni anni che questa è stata superata da un inutile condominio di Dubai (che spero non verrà amministrato da Nastasi) e credo anche da quell'inguardabile coso di Taipei. Il sorpasso è testimoniato anche dalla bibbia del XXI secolo, e cioè Wikipedia. A parte queste puerili dispute tra architetti dall'ego sproporzionato, la sensazione di essere a oltre 500m di altezza è fighissima. Si vedono gli Usa dall'altra parte del lago e riguardare gli stessi grattacieli (ma questa volta, dall'alto) è stata proprio una cosa da fare.

Un'altra cosa figa di Toronto è il Path, cioè la rete di corridoi sotterranei che si possono usare per sfuggire al freddo. E' difficile da descrivere senza usare la metafora abusata della città sotterranea, ma tant'è. Mi sono anche fatto un giro alla Hockey Hall of Fame, comprensivo di foto con la mitica Stanley cup. Tra l'altro, dove è esposta la coppa c'è un tizio che fa le fotografie e poi, se si vuole, si ritirano stampate alla fine del giro. Lo stesso tizio, se glielo chiedi, ti fa la foto anche con la tua macchinetta. Pensate che in Italia sarebbe pensabile una cosa simile?

Alla fine della giornata, dopo aver risparmiato saggiamente sugli extra e le stronzate, mi sono accomodato in una bisteccheria posta in una clamorosa hall di un altrettanto clamoroso albergo e mi sono goduto un filetto con i fiocchi. Questo è il problema, che sono troppo un signore! Anzi, a posteriori ho realizzato che potevo non pagare quel quarto di bue che mi hanno servito al sangue con l'insalata, visto che quando mi hanno portato il conto c'era il biglietto per indicare il numero della stanza. Avevo già in mente il nome da mettere: Kevin McCallister, 671 Lincoln Boulevard, Chicago (Illinois). Ma signori si nasce, e modestamente...

domenica 16 marzo 2008

Not only was he married, oh no... He had six wives! One of those mormons, you know?

Questo era uno degli obiettivi del “viaggio” nel Primo Mondo, postare qlcsa sul blog mentre sono connesso al wifi del treno (per Toronto), non prima di aver chiacchierato un po' via skype (sempre dal treno nel bel mezzo del nulla) con mia madre e con Marianna… La telefonata al cellulare di leti non andava, ma i miei appetiti tecnologici sono soddisfatti ugualmente.

Una cosa meravigliosa del treno è che non si aspetta sulla banchina, ma in una ordinatissima fila fino al gate modello aeroporto, dal quale si viene scortati in carrozza dal personale delle ferrovie. Sarà per il freddo? Mi piace pensare che lo facciano anche d'estate, solo per il gusto di vedere una bella fila ordinata...

Se poi guardate la foto, dietro l'avvenente operatore di call center vedrete una donna mormone che fa capoccella (non si dirà mai "mormona", vero?). Se ho ben capito la conversazione, sono in sei che viaggiano, tutte sposate con lo stesso uomo. Mi sono venute in mente Sara e Giuditta, le due che si proponevano a Terence Hill in Lo chiamavano Trinità, o la scena di Chicago da cui ho preso il titolo del post (gran film entrambi)...

Pensieri in libertà (ossia, quando non sai come cazzo intitolare il tuo post)

Ieri sera sono andato con Tenzin e Jamie a una festa di compleanno di un loro amico. Seratina tranquilla a casa, vino e giochi da tavolo. Molto relax, molto chill out. C'era poco da mangiare (tsk) e siamo andati al kebabbaro di fronte. Per poco non ci scappavano le botte, sono piuttosto litigiosi qui! E' bastato che una delle ragazze che era con noi facesse un sorriso a un tipo (dio mio, è roba da anni sessanta! fa tenerezza...) per scatenare le ire della ragazza di lui, che si è avventata prima verbalmente e poi a spintoni sulla nostra sfortunata. Ma dico io... Metto però a verbale di aver assistito alla prima rissa tra donne della mia vita. Toni troppo acuti, tirate di capelli (che scatenano l'invidia dovuta alla clavizia incipiente)... Preferisco un salutare scambio di cazzotti tra maschi molto eterosessuali (o, almeno, presunti tali).
Mi sto preparando la borsa per Toronto, anche se il prof. che dovevo incontrare mi ha appena scritto che mi dà buca, quindi farò il turista a tempo pieno. Come si dice, better than a kick in the ass (anche se a Roma il calcio lo si prende in un altro posto).

Ormai mancano tre giorni di stage e poi inizia il viaggio pre-partenza. Ho trovato l'ostello a New York: attaccherò la grande mela dall'Upper Town, a metà strada tra Central Park e Harlem (ma non girerò con un cartello appeso al collo con la scritta "odio i negracci" come Bruce Willis). Mi sono dovuto accontentare, dato che i prezzi medi sono davvero eccessivi. Oltre 200$ a notte per una stamberga senza connessione a internet. Il Village, poi, è assolutamente inavvicinabile! Ma dico io, si può arrivare a 26 anni e non avere un amico che mi può ospitare a New York, la capitale del mondo? Non va bene! Tutti voi che leggete, per esempio, potete godere, nel caso, di una comoda sistemazione a Roma presso il sottoscritto. A due passi dalla metro e (come rimarcava il Donati) con l'ufficio postale e il Postamat a due passi. Può essere che nessuno vive a New York? E' evidente che ho sbagliato giro di amicizie...

Due righe, per finire, sulle candidature alle varie elezioni cui si va incontro... Passi pure Milly D'Abbraccio candidata con i socialisti di Boselli (dopo la rinuncia di Mastella mi sembra un ottimo rimpiazzo), come la mettimano con la Capotondi in lista per Rutelli? E la (ormai è chiaro, finta)precaria di Berlusconi (che tra l'altro, è anche su facebook)? Che razza di Paese mi fate trovare?

giovedì 13 marzo 2008

Foto di staff

Con Tenzin e il mitologico (notare la cravatta, farebbe invidia al prof. De Cesare) davanti allo scranno dello Speaker in Assemblea.

Ps speranze di recupero per il PD, anche il Tornaboni sta diventando ulivista!
Pps ma cos'è andato storto in Italia nell'ultimo periodo che mi ritrovo un personaggio dalla cultura muscale assoluta come Morgan a fare da giudice in un reality show condotto da DJ Francesco????? Com'è potuto accadere?

mercoledì 12 marzo 2008

Ma come glielo spieghi a un politico canadese perchè si è dimesso Mastella? (a patto che io l'abbia capito...)

Oggi ero in ufficio e Jamie, la segretaria del senatore, mi dice che un certo Massimo Pacetti (chi?!? mai copiato) mi vuole vedere appena possibile. Mi informo su chi sia, e scopro che è un deputato eletto in Quebec, ha persino una voce dedicata a lui su Wikipedia e che è anche presidente del Canada-Italy Inter-Parliamentary Friendship Group, una specie di raccordo tra i due parlamenti.

Vado, mi riceve immediatamente e chiacchieriamo un po'. Mi pare gentile, e molto interessato a conoscermi. Tra una cosa e l'altra, arriviamo a discutere delle prossime elezioni in Italia. E' stato decisamente esilarante, sembrava di parlare con la madre del tizio di Good bye Lenin, cioè con qualcuno che conosce la situazione, ma si è perso l'ultimo pezzo.
Ditemi voi come si fa a far capire a un canadese com'è possibile che nel Governo tuttora in carica (benchè sfiduciato) ci siano membri che tra un mese alle elezioni correranno con quattro diversi schieramenti, tra loro concorrenti (e non sto considerando i socialisti di Boselli)... Alla domanda, "ma quindi perchè Mastella si è dimesso?" ho risposto timidamente "perchè gli hanno arrestato la moglie" e lui "so, what?", che mi è suonato tipo "embè"? (tra l'altro, propongo un movimento culturale per il recupero dell' "embè").

Era molto interessato a approfondire la questione, ma come se gli stessi raccontando l'ultimo episodio di Desperate Housewives, e non avrebbe avuto torto.

Lui: "ma quindi Mastella andrà con Berlusconi, Fini e Casini?"
Io: "no, ora Casini non sta più con loro"
Lui: "e perchè?"
Io: "perchè non si sopportavano più"
Lui: "I see... Ma fammi capire, Mastella era ministro, un ministro importante, e ha fatto cadere il Governo? E ora che fa si presenta da solo, fuori dalle coalizioni, senza possibilità di vincere? Che c'ha guadagnato?"
Io: "no, veramente non si candida neppure, l'ha detto ieri"
Lui: "e non era meglio fare il ministro?"
Io non ho saputo rispondere...
Poi mi ha chiesto com'è la legge elettorale. Sono partito in quarta, discettando del porcellum e della sua incostituzionalità. Mi ascolta attentamente e poi tira fuori una domanda che era tanto azzeccata quanto ingenua: "ma se un cittadino ha un problema, a chi si rivolge? così non ha un deputato nel suo collegio!". Ho capito che, purtroppo, avevo spiegato bene come funziona.
Ultima domanda: "ma Berlusconi dove si candida?"
Io: "beh, in tutta Italia"
Lui: "come? e poi che fa se viene eletto in tutta italia"
Io: "poi sceglie lui"
Lui: "uhm... it doesn't work"
Anche qui sono rimasto senza parole...

Ps. Annie è appena rientrata, aveva portato fuori il cane cui fa da dog-sitter. Quell'idiota di cane è stato "attaccato" da una puzzola (sì, ci sono perfino loro in questo cazzo di Paese). Già quel cane non era un inno alla toletta, ora se lo fa entrare in casa m'incazzo.
Pps. sapete come si fa per cercare di stemperare la puzza che ha lasciato la puzzola sul cane? Versandogli addosso del succo di pomodoro (sì, così mi impantana pure la casa)... Non si fa prima a sopprimerlo seduta stante quel sacco di pulci?

lunedì 10 marzo 2008

"Giorni di stanchezza assurda e depressiva...

...di una totale mancanza di lucidità", diceva Franco.
In effetti sì, è stato un weekend un po' del cavolo.

Sarà che due giorni di studio svogliato non possono certo reggere il confronto con i 3000 km on the road di quello scorso; nè con le aspettative sui prossimi a venire (in giro per il Quebec e gli States)...
Sarà che fuori c'è stata una tempesta di neve tremenda - pare, la peggiore degli ultimi anni - e sono rimasto chiuso in casa a far finta di studiare, salvo una fugace scappatella al museo della civilizzazione canadese (carino, ma sembra un parco divertimenti)...
Sarà che, cmq, delle deleghe contenute nelle ultime due leggi di semplificazione, mi importa quanto delle gesta eroiche del cane della famiglia Moratti (eppure, tutti i giornali parlano di lui)...
Sarà...
Ma mi girano un po'...

Mi girano perchè mi manca "la presunta idea geniale" che, quando cerco di scrivere, è il motore di tutto. "Presunta" perchè non è necessario che sia una vera idea geniale, anzi, sarebbe presuntuoso pensare di averne (Einstein stesso diceva che nella vita di un uomo le buone idee sono al massimo un paio). L'importante è che in quel momento io sia convinto che sia più o meno geniale, in modo da costruirci attorno quanto più possibile.
Non ho mai avuto il coraggio di confessarlo (anche se Leti sicuramente se ne sarà accorta), ma, mentre scrivevo la tesi di dottorato, ho avuto l'impressione di avere "la presunta idea geniale" a propostio del rapporto tra iniziativa e emendamento dopo aver letto un libretto di Gianni Ferrara. A quel punto, ero convinto (e forse lo sono tuttora) che tutto il mondo girasse attorno alla differenza tra "proposta", "richiesta" e "domanda". Adesso invece non ho avuto (per lo meno, NON ANCORA) la percezione che le deleghe contenute nelle leggi annuali di semplificazione possano avere una qualche importanza nel mondo rotondo, e quindi, come diceva Postiglione, "le subisco".
Vabbè...

Per la verità, ho realizzato che il mio stage in Senato è praticamente alla fine. Domani comincia l'ultima settimana intera e, per di più, Richard non sarà in ufficio prima di mercoledì. Poi l'ultima settimana sarà una passeggiata tra inizio del ponte di Pasqua e viaggio a Toronto (a conoscere il prof. che ha scritto un libro riflettendo su quali sarebbero state le sorti del mondo se Platone avesse almeno una volta giocato a football). Poi si parte alla volta del Quebec e di New York, ma sarà per motivi assai meno elevati, e a fine marzo sarò di nuovo all'interno del GRA.

Tanto per chiudere, mi è venuta voglia di fare una cosa: dato che ormai va di moda, il giorno della discussione, mi alzo su una sedia e straccio la tesi di Mostacci (uno che si addottora con me). Non sarà politicamente corretto, non mi piace il fatto di citare indirettamente il nostro giovane ex premier, ma volete mettere la soddisfazione?

sabato 8 marzo 2008

Spettacolare


... sempre meglio di quelli che tagliano gli spaghetti con il coltello!

giovedì 6 marzo 2008

"Can I have a BLOODY steak?" "Would you like also the fuckin' potatoes to go with it?"

Checchè ne dica Severgnini, l'inglese è cmq una lingua strana.
E non parlo dei mitici false friends o della presunta (!) inesistenza della grammatica. E' proprio che viene difficile, se si pensa in italiano, trovare le giuste formule per costruire una frase formale o di cortesia. Cioè, per esempio, in italiano io uso tantissimo il condizionale, soprattutto al passato. Qui, per risultare gentile, si può sostanzialmente dire qualunque boiata, basta che alla fine ci si infili un please. Tra l'altro, i vari excuse me, thanks, hallo, goodbye, qui in Canada vengono usati proprio poco, e sostituiti da più colloquiali permit, cheers, have a go'd... (senza dire neanche cosa di buono si stia augurando), e altro ancora. Quindi, sembra che ci si rivolga sempre a un amico stretto...

Ieri, però, dovevo andare all'università di Ottawa a conoscere un professore e non volevo fare la figura del cameriere cingalese di una tavola calda a Roma, che chiede a chiunque: "hai finito?" (mi ricordo una mitica scena con Costanzo che dava del lei al cameriere e questo rispondeva con un tu troppo confidenziale per la situazione).
Innanzitutto un primo dramma: di cognome il prof fa "Magnet", ma sarà anglofono (quindi "allò profèssor. Màg-net"), o quebecois (e dunque "bongiùr professeur. Manèt")? Non è una stronzata, qui ci tengono molto ad essere salutati nella loro lingua, poi sono dispostissimi a parlare in quella scelta dall'interlocutore, ma non bisogna mai scambiare una Julie (francese) per una July... Il suo sito internet però è solo in inglese, quindi partiamo con una buona base.
Secondo problema: cravatta? Qui la mettono in pochi anche in Senato e, per lo più, vengono a lavorare in pantaloni normali e camicia, cui aggiungono, se del caso, una cravatta e una giacca di pessima qualità, conservate sempre in ufficio (immaginate il risultato dell'abbinamento)... Però mi dico "con la cravatta non si sbaglia mai... George Bernard Shaw ce l'ha insegnato: qualunque bifolco con una camicia bianca stirata sembra un signore di terre. Al massimo metto una giacca più ordinaria e vado tranquillo". All'appuntamento lui si presenta con i pantaloni chiusi in fondo con delle molle (per evitare che si rovinino con la neve e il sale che c'è per strada), tutto di corsa perchè fuori fac un freddo cane, con un maglione che sembra quello di Marc Darcy nel primo Bridget Jones (alce compreso) e, naturalmente, le scarpe in mano perchè poi in stanza si cambia gli scarponi.
A parte il disorientamento iniziale, è stato gentilissimo, abbiamo chiacchierato una mezz'ora. Diceva terrific ogni volta che parlavo io. Solo dopo un po' ho capito a) che non mi stava prendendo per il culo, b) che è una espessione positiva. Mi ha invitato per un seminario martedì prossimo, andiamo a vedere un po' come funziona l'Università canadese.

Ps Flash per il fratello: oggi è il 6 marzo. Oltre ad essere il compleanno di Laura Guerra, è anche una data da ricordare. Esattamete dieci anni fa (eravamo nella casa vicino ai pompieri) abbiamo comprato la maglietta del Manchester e poi io, con il nuovo taglio di capelli (allora ne avevo), ho dato l'addio uffciale al mitico "ciuffo fossilizzato".

mercoledì 5 marzo 2008

Pronto Casa Bianca, sono Hillary. In cosa posso aiutarla?

Guardate questo video della campagna di Hillary (Rodham) Clinton.

Ma dico io, va bene far passare un'immagine rassicurante. Ma cazzo, se aspetti sei squilli prima di rispondere, magari è meglio mandarci un altro alla Casa Bianca!!!

martedì 4 marzo 2008

Zingarata artica

Rientrando dalla gita in mezzo al nulla mi sono fatto un'odissea negli aeroporti canadesi: ieri mi hanno cancellato il Calgary-Ottawa per neve, costringendomi a partire in piena notte e a fare scalo a Toronto. Tuttavia, poco male. Anzi, mi sono goduto il pomeriggio guadagnato e me ne sono andato a Calgary, che poi nel 1988 è stata anche sede olimpica. Come diceva il buon Mantoni, però, "non finisce qui", e una volta arrivato a Toronto alle sette di stamattina, scopro che anche il nuovo volo per Ottawa era stato cancellato e quindi sono rimasto come un idiota fino alle 16.30 al terminal D dell'aeroporto di Toronto, senza neanche poter usare internet (o sì, certo, c'è la connessione wireless gratuita dovunque, ma se non hai il portatile un internet cafè non lo trovi neanche a pagarlo oro).

Tornando però al viaggio in camion, metto qualche foto per ripercorrere il tutto. L'Ontario è la parte più da cartolina (insieme alle Montagne rocciose, che però non ho visto) ed è una sterminata foresta di pini e abeti con questi laghetti del cavolo che spuntano dovunque. Certo, bello è bello, però dopo un po... I canadesi millantano che sono pieni di alci, ma questi bastardi non si sono fatti vedere (fuckin' Bullwinkle).
Il Manitoba, invece inizia di colpo e gli alberi all'improvviso spariscono, lasciando il posto a dei cespugli bassi. Qui il mezzo più usato sono le famose motoslitte, che praticamente ti sfrecciano a fianco in corsie indipendenti. Mi è capitato più di una volta di vedere case con la macchina praticamente abbandonata nella neve e la motoslitta accanto, lucente...
Oltre agli alberi, spariscono pure le colline e il paesaggio si fa "lunare". Il buon Bill mi ha anche detto una specie di proverbio di queste parti: "qui la terra è talmente piatta (flat) che se il cane scappa, puoi vederlo dalla finestra di casa tua per più di due giorni". Mah...

Quanto allo Saskatchewan, è una landa desolata, ma proprio desolata. Spazzata da un vento indecente e gelido, che porta sull'asfalto la cd. "blowing snow", che sembra sia vapore che viene su dall'asfalto. In pratica è un deserto bianco, c'è la neve e non la sabbia, ma cambia proprio poco. Anche Regina, la capitale, è una città fantasma, senza centro, senza piazze, ma con ben cinque mall, uno dentro la città e quattro sui punti cardinali (troppo razionale!).
Di Calgary ci sarebbe da dire, ma sono talmente stravolto che me ne vado a nanna: it's made a certain, direbbero a Roma, ossia, s'è fatta 'na certa...
Ps. ieri ho anche visto There will be blood, barbaramente tradotto in italiano come Il petroliere. Lo consiglio a tutti...

domenica 2 marzo 2008

In the middle of nowhere

Brandon, Manitoba.
Sto scrivendo il post dal Motel dove ci siamo fermati a dormire e mi sento soddisfatto solo per questo. In senso tecnico, in questo momento sono un blogger che racconta al mondo le sue avventure nei posti piu' strani e remoti in una pausa dei suoi spostamenti. Eccomi, si', sono un viaggiatore, un globtrotter (doverosa citazione di Rosco Dan, ora che sono nella sua terra). E sinceramente non me ne frega molto se lo stile del mio post non e' sobrio e scorrevole come la prosa di Severgnini o ricco e descrittivo come quella di Garcia Marquez. Anche perche', se poi a giudicarmi e' il "fratello", che e' rimasto ancora all'uso del "sebbene"...

In ogni caso, e' vero. Sono in mezzo al nulla. I panorami dei questi due giorni sono stati incredibili, peccato non essermi potuto fermare piu' di tanto a fare foto, ma dovevo stare ai ritmi di Bill e Annie, e per loro e' un viaggio di lavoro.
La traversata della prima parte dell'Ontario e' stata abbastanza noiosa. Cittadine anonime l'una dietro l'altra, infinite pompe di benzina e di caffe drive in (si', esistono davvero). A un certo punto, pero' abbiamo svoltato verso nord per evitare il traffico dell'autostrada principale e abbiamo preso una statale spettacolare, con dei panorami da cartolina. Freddo era freddo! Oltre -25 con punte di -30, ma dentro il camioncino c'era un tepore proprio piacevole.
Quello che mi e' andato storto e' che non ho potuto guidare. L'assicurazione non copre autisti diversi da loro due e quindi ho dovuto lasciar perdere.

I compagni di viaggio sono abbastanza simpatici, soprattutto Bill. E' un tipo strano ma estremamente socievole, ha 60 anni ma ci prova con tutte le cameriere sotto i 20 che incontra. Divorziato, lavorava come ingegnere in un'impresa che modificava i camion. Ora e' in pensione e oltre a fare l'istruttore per piloti di mongolfiere (?!?), scarrozza camion e altri mezzi da un capo all'altro del Nordamerica. E' un soggetto dall'aneddoto facile e mi ricorda molto Santachiara senior (ai cugini sara' chiaro il riferimento). In pratica e' il tipo che fa un paio di volte al mese la traversata del Canada e si ferma a mangiare, dormire e far benzina sempre negli stessi posti. Bah. Cmq un'avventura gliela invidio proprio: un viaggio con uno scuolabus da Oklahoma City (si scrive cosi'?) fino a Montreal, spaccando in due tutti gli States.
Annie invece e' la persona meno femminile che abbia mai conosciuto. Perfino il Festa (ben noto a molti di voi) sembrerebbe una collegiale al suo confronto. A proposito del Festa, propongo a Marianna e Erik di continuare il loro dibattito spostando l'attenzione dalla tag board a quest'ultimo.. In ogni caso, Annie mangia come un vitello obeso, russa di notte a punto da svegliarmi nella stanza accanto e si e' portata perfino la fiaschetta per rilassarsi dopo una giornata di guida. Hai voglia poi a lamentarti la sera di San Valentino che sei da sola! Che dire? Magari "avra' gli specchi di legno". Alla guida, poi, ha un piede da fare invidia a Cozy Powell, sia perche' corre come una dannata, sia perche' ha la sensibilita' sull'acceleratore di un batterista da heavy metal.

Tornando invece al paesaggio, il pezzo piu' bello e' stato quello da Thunder Bay a Kenora. Un susseguirsi di boschi che sembravano quelli di Warcraft e di laghetti deliziosi e quasi sempre ghiacciati e coperti di neve. Passati poi nel Manitoba, le cose cambiano radicalmente. Gli alberi spariscono all'improvviso, le colline e le curve anche e tutto diventa una enorme distesa piattissima e bianca, spazzata da un vento fortissimo. In tutto questo, gli unici mezzi che girano sono gli enormi camion pieni di legna e le motoslitte. Si' si', le snowmobiles! A fianco alla strada c'e' una specie di pista ciclabile e li' sfrecciano questi pazzi cingolati, con il casco rigorosamente intonato al colore del mezzo. Davanti ai ristoranti e ai supermarket c'e' il parcheggio per le auto e quello per le motoslitte, al benzinaio fanno la fila praticamente solo loro.

Alci non se ne sono visti (e che cavolo) anche se ieri un lupo ci ha attraversato la strada e poi e' rimasto sul bordo a guardarsi intorno. Spero che la foto sia venuta bene.
Domani mi aspetta l'ultimo pezzo fino a Regina e poi il volo per casa, con un irragionevole scalo a Calgary che, a conti fatti, sara' il posto piu' lontano da casa in cui sono mail stato.

PS. il popolo sovrano ha deciso: la tag board rimane! Mi aspetto che ora anche il Pd adotti il metodo della tagboard nel programma di governo.

venerdì 29 febbraio 2008

Into the wild!

Detto fatto… Annie ha saputo all’ultimo momento che quel suo amico avrebbe portato nel fine settimana un paio di furgoni a Vancouver e ho deciso di aggregarmi.
Ieri ho anche avuto l’ok per consegnare la ricerca al Sant’Anna alla metà di marzo e quindi posso prendermi questo fine settimana di completo stacco.
Sarà una figata! Purtroppo non posso arrivare fino alla fine del viaggio (sarò anche venuto a Ottawa per fare qualcosa in Senato!), ma posso farmene buona parte senza grossi problemi. Ho già detto in ufficio che mi prendo il venerdì libero (tanto si sa che in Parlamento si lavora solo dal martedì al giovedì) e mi attrezzerò per partire alla conquista del Grande Nord.
Attraverseremo tutto l’Ontario, il Manitoba e mi fermerò a Regina, la capitale della provincia con il nome più improbabile, lo Saskatchewan. Il tutto in tre giorni di guida non stop, ma tanto io farò da passeggero. Poi un comodo volo della Westjet mi riporterà a Ottawa domenica sera, pronto per riprendere a lavorare il lunedì mattina. Certo, non potrò vedere Edmonton, nè le mitiche Rocky Mountains, ma va bene anche così. Un’occasione del genere certo non mi ricapiterà facilmente.
Annie ha un po’ faticato a capire perchè volessi mettermi in macchina per 60 ore senza essere pagato, ma valle a spiegare che, come diceva il grande Faber, lo si fa per la stessa ragione del viaggio: viaggiare.
Mi aspetto paesaggi spettacolari e freddo siderale, speriamo bene.

Cambiando argomendo, stasera c'è stata la mega cena in Senato. A parte un po' di disorientamento all'inizio, è stata proprio una gran serata. Ero in un tavolo con gente abbastanza aperta e mi sono trovato bene. C'era l'interprete del premier della Repubblica ceca proprio a fianco a me e abbiamo chiacchierato tutto il tempo. Conosceva tutti i film di Fantozzi. Incredibile. Gli ho chiesto come avessero tradotto in ceco la frase "la Corazzata Potemkin è una cagata pazzesca", ma purtroppo l'aveva visto in italiano sottotitolato in inglese, e la traduzione era un misero "bullshit" (o almeno lui così si ricordava...). Delusione...
Ho anche conosciuto uno studente della LUISS che sta studiando alcuni mesi a Ottawa. Volete sapere di dov'è? Vinchiaturo, provincia di Campobasso. It's really a small world...

mercoledì 27 febbraio 2008

Citando un articolo del mitico 360 gradi: "Da grande? La ballerina o l'astronauta!"

I lavori che fa Annie sono i piu' strani che abbia mai sentito...
Passi pure la sua occupazione principale, cioe' la motivatrice, che consiste nell'andare nelle aziende a arringare gli impiegati con slogan tipo ”siamo i piu' belli, siamo i piu' cazzuti, vendiamo piu' di tutti” e stronzate del genere. Quello che e' ancora piu' strano sono i lavoretti che fa per arrotondare (cavolo non gli bastano gli affitti che prende? conoscendola un minimo, mi sa che se li beve tutti in superalcolici...). Del resto, da una che ha dentro casa una lavatrice a gettoni (si', per lavare la biancheria devo metterci dentro 1.25$!!!) che ti vuoi aspettare?

Qualche esempio? Ancora normale e' l'attivita' di dog sitter, di solito nel fine settimana: per 10$ al giorno si prende il cane di qualcuno che vuole farsi una vacanzetta (magari un amico!) e se lo porta dietro quando va a sciare. Vabbe'...
Un altro modo per fare soldi e' affittare posti auto nel giardino durante l'inverno: in strada ci sono cumuli di neve ammucchiata dai mezzi spalatori che coprono i parcheggi a lato del marciapiede, e poi fa freddo e il giardino non te lo puoi godere, quindi, perche' non farci qualche dollaro?
Piu' particolare e' sicuramente l'andare a fare la parte della paziente nella facolta' di medicina di Ottawa. Praticamente lei va li' e ci sono gli studentelli del primo anno che le misurano la pressione, le cercano le vene e in generale la tastano un po' dappertutto per impratichirsi a maneggiare il malato. Vi rendete conto che la pagano per questo? A me ricorda non so che film (italianissimo, comico-neorealista, forse "Operazione San Gennaro" con Nino Manfredi) in cui uno "sbarcava il lunario" perche' aveva il cuore a destra e si faceva esporre come caso raro all'universita'... A proprosito, potremmo proporre una cosa simile per Leoluca Orlando (anche lui ha il cuore a destra)...
Dulcis in fundo, fa l'autista per un suo amico che fa "importazioni parallele" (giusto Marianna?). Questo tizio, in pratica, compra dei van usati (Borsa... dei furgoncini) in Quebec e li rivende in British Columbia (la regione di Vancouver, dall'altra parte del Canada in riva al Pacifico). Quindi, recluta un po' di persone, tra cui Annie, e partono per questo mega viaggio di oltre 6000km, da farsi in meno di 5 giorni, attraversando tutto l'Ontario, la regione dei laghi, l'Alberta e le Montagne rocciose. Che figata, se capita una volta che posso andare mi aggrego di sicuro! Sai che paesaggi clamorosi devono esserci...

Cambiando clamorosamente argomento, voglio ricordare a tutti che c'e' il sondaggio aperto sulla permanenza della tag board. Sinceramente a me non dispiace, ma capisco che i pop-ups e le pubblicita' possono dare fastidio... Dite la vostra e il giudizio del popolo sovrano sara' rispettato. Tra l'altro, grazie al buon Michele e' tornato ad esserci qualche commento ai miei post!

A proposito si sondaggi... oggi apro la posta e trovo una mail del sen. Augusto Selva, che mi scrive per informarmi che nel suo blog (!) e' aperto un sondaggio per dare un parere sulla sua possibile candidatura alle prossime elezioni. Deve aver conservato il mio indirizzo da quando gli scrissi che doveva vergognarsi per aver usato l'ambulanza come taxi... L'indirizzo e' http://telebelva.blogspot.com/, ma invece di un sondaggio sul "se candidarmi" ce n'e' uno sul "perche' dovrei candidarmi", ricordando il suo impegno come relatore del Trattato costituzionale europeo, citando la sua attivita' di sostegno alla missione militare della Nato in Afghanistan e la sua proposta di insegnare la lingua inglese, o francese, o tedesca, o cinese, o russa (!) nelle scuole italiane... Gentaglia...

Ps. la citazione di Buzz Lightyear fatta da Sarubbi del Pd e' geniale!

martedì 26 febbraio 2008

Caspita, allora è una cosa seria!

Solo due righe dedicate alla mia splendida ragazza, oggi che sono tre anni che stiamo insieme.
Leti... tra una [secchiata] di neve (che certo non manca) e un caffè come si deve (che invece è molto più difficile trovare) quest'inverno passerà...

lunedì 25 febbraio 2008

And the winner is...

L'avevo sempre detto che Ratatouille era un capolavoro. Oggi l'Academy mi dà ragione... Complimenti a Remy, un attore consumato che ha ricevuto il giusto premio.

Una cosa sola, che avevo pensato dopo aver visto il film: non è bello che si facciano lavorare gli animali nel cinema...

domenica 24 febbraio 2008

Control

Ieri sera abbiamo montato il proiettore di Brad, un amico di Luc, e abbiamo guardato un paio di film. Prima per provarlo, abbiamo messo su South park: cavolo, Cartman era alto quasi quanto me! Che figata!
Uno dei film che abbiamo visto è Control, la storia di Ian Curtis, il cantante dei Joy Division, che come tutte le leggende del rock si è ucciso giovanissimo.
Grandissima colonna sonora (David Bowie, Sex pistols), tutto in bianco e nero, insomma ve lo consiglio caldamente.

Per il resto, mi girano un po'... Sia perchè il cell di Leti ha deciso di non funzionare più e non si riesce a connettere a internet (TRAGEDIA!), sia perchè è una domenica spettacolare, con un sole meraviglioso, e mi sarebbe piaciuto andare a pattinare sul canale, mentre mi tocca rimanere a casa. Devo portare avanti la ricerca per il prof. di Pisa, che si sta rivelando una rogna senza precedenti, mannaggia a me e quando ho accettato.
Sul tetto di fronte alla mia finestra ci sono gli scoiattoli che passeggiano nella neve! Che animali immondi, mi devono spiegare perchè i topi fanno schifo e gli scoiattoli, invece, "che carini", anche se poi non fanno altro che rovistare nella spazzatura.
Ora carico un po' di foto su Picasa, così scorrono anche sul blog...

venerdì 22 febbraio 2008

Vita in Senato

Da due giorni in ufficio mi sto occupando di una Inquiry (una sorta di interpellanza) sul problema del diabete di tipo 2 in Canada, che tra l'altro e'proprio l'ambito di specializzazione di mia madre.
Sono rimasto impressionato dai dati statistici. Su una popolazione di poco superiore ai 30 milioni, ci sono oltre 2 milioni diabetici, con una percentuale nella terza eta' che sfonda il 50%.
Senza voler tornare per l'ennesima volta sul tema della merda che mangia la maggior parte della gente (Fat food nation, no, non ho mancato la "s"), il tema del diabete in se' e' pallosissimo, paragonabile forse a quello dei contratti di quartiere quando lavoravo da Zaccaria (Ro, ti ricordi?).

Il resto del lavoro e' piu'interessante: un progetto di legge sull'abbassamente dell'eta' per l'elettorato attivo (che condivido poco) e, soprattutto, il mitico Crime Bill C-2 che spadroneggia sulle pagine della stampa canadese. E' una versione locale del pacchetto sicurezza Prodi-Amato, sui cui per altro c'e' la questione di fiducia, e che contiene non poche mostruosita' come l'innalzamento da 14 a 16 anni dell'eta' per consentire rapporti consensuali tra consensienti. Se dovesse passare, in pratica, si creerebbe una situazione simile a quella del ragazzo della Georgia che sta rischiando 10 anni di carcere per qualcosa che Clinton defini una "non relazione sessuale" (capisch'a 'mme). La cosa proprio assurda e' che, siccome l'ordinamento civile - a differenza di quello penale - non e' materia federale, in alcune province del Canada ci si puo' sposare a 15 anni! Quindi, fatemi capire, anche se due si sposano (direbbe il Torrente "in un tripudio di fiori e veli immacolati"), poi devono aspettare di superare entrambi la fatidica soglia?
Ho ricevuto l'invito per la cena con il premier ceco. C'e' scritto "Business Dress". Oddio! Non dice nulla a riguardo delle scarpe!
Ps. sono sicuro che interessera' moltissimo a tutti il fatto che nel diritto parlamentare canadese non esistono gli emendamenti soppressivi, si vota direttamente contro la clause. A saperlo prima, mi ci veniva proprio un bel paragrafo nella tesi...

giovedì 21 febbraio 2008

Schiscetta à porter, please.

Continuando sul tema del cibo e sulle abitudini dei presunti simili che vivono al di qua del mondo rotondo, una cosa mi ha lasciato allibito: è assolutamente normale chiedere la "schiscetta" (la sporta, la sacchetta, chiamatela come volete), ossia un contenitore per portarsi via gli avanzi. E lo si fa dovunque, anche alla mensa! Nei ristoranti ti danno anche la borraccia col resto del vino.
Sono rimasto spiazzato: è il massimo della mentalità pragmatica ("ho pagato, è mio") o il minimo del bon ton, rasententando se non sconfinando nel cattivo gusto? Praticamente mia zia Antonia sarebbe a suo perfetto agio (i cugini che ricordano la fine di una cena all'hotel Sayonara potranno sorridere)! Mah...

Quanto all'approccio alle cose che testimonia una natura un po' lontana dalle cautele nostrane, bisogna dire due parole sulle pubblicità. Ieri sera mi stavo (ri)gustando American History X (grande Edward Norton!!!) e sono rimasto colpito da due spot, che credo da noi sarebbero buone solo per Mai dire TV.
1. Voce fuori campo: "Ti senti giù? Non ha voglia di fare nulla?", e io penso: "dai, sarà il solito integratore con dalla A allo zinco". Poi però il gioco si fa duro: "Rimani a letto tutto il giorno?". Alla fine la situazione precipita: "Stai pensando al suicidio?". Eh?!? Stai pensando al suicidio?!?! Ebbene sì, è la pubblicità di un antidepressivo che non si fa scrupoli ad indicare al proprio mercato potenziale le... alternative a se stesso!
2. Il meglio però è arrivato con un altro commercial. Si inizia con un vecchietto che prende lezioni private di ballo. Dissolvenza. Ora lui balla con la sua canuta signora che felicissima apprezza l'inaspettata dote del consorte. Mentre i due, beati, si avviano verso il fondo della sala arriva lo slogan "Surprise her" (... traduzione per il Lombardi, "Sorprendila!"), ma non finisce qui. Al fondo della sala c'è l'ascensore e si capisce che ciò con cui il buon nonnetto vuole sorprendere la moglie non è un Salsa e Merengue, ma ben altro. E in sovrimpressione, alla scritta "Surprise her", si aggiunge "Viagra"!

Ps. l'altro giorno "faceva caldo" (leggasi, eravamo a +1) e piovigginava. La notte ha fatto poi una gelata clamorosa e al mattino dopo tutta la città era una gigantesca lastra di ghiaccio. Me ne sono accorto appena uscito di casa: girando dal vialetto al marciapiede ho fatto un volo non indifferente finendo gambe all'aria e poi dritto nel mucchio di neve. Non indifferente è stata anche la risata fragorosa del vicino che ha assistito a tutta la scena. Maledetto!

martedì 19 febbraio 2008

Indovina che abbiamo per pranzo stamattina...

Per rendervi partecipi dei dettagli piu’ scabrosi del mio periodo canadese, vi incollo di seguito il menu’ della Mensa del Senato, rigorosamente aggiornato ogni settimana e affisso sulla bacheca dell’intranet. Non voglio fare l’Italian che sdegna le cibarie nel resto del mondo pensando agli spaghetti con polpette della mamma, e’ tanto per dirvi come me la passo:

Monday
Daily Soup - All cafeterias
Mulligatawny Soup
West Block and Centre Block cafeterias
* Pork Pad Thai with Rice Noodles$5.80

Tuesday
Daily Soup - All cafeterias
Hamburger Soup
West Block and Centre Block cafeterias
* Sesame Peanut Spaghetti Squash$5.80

Wednesday
Daily Soup - All cafeterias
Onion Soup with Croutons and Cheese
West Block and Centre Block cafeterias
* Kung Pao Chicken with Vegetable Fried Rice$5.80

Thursday
Daily Soup - All cafeterias
Mexican Lentil Soup
West Block and Centre Block cafeterias
* Vegetable Pot Stickers with Teriyaki Quinoa and Beans$5.80

Friday
Daily Soup - All cafeterias
Scotch Broth
West Block and Centre Block cafeterias
Cajun Beef with Couscous$5.80

* Indicates a healthy choice, low in fat and sodium


Sia chiaro, le porzioni sono da camionisti obesi e, come al solito, le tasse non sono incluse! Esatto, sia quando mangi in un ristorante, sia quando fai la spesa, i prezzi esposti sul menu’ o sullo scaffale sono al netto delle tasse (5% locali e 8% federali). Quindi, all’arrivo del conto (o al passaggio alla cassa), a meno di precisi computi matematici, e’ abbastanza oscuro quanto stai per spendere.
Ma dico io…

domenica 17 febbraio 2008

F...... h........

Parliamo un po' della tv americana...

Stasera faceva troppo freddo per uscire e con Luke siamo rimasti a casa a guardare un po' di tv (e a bere naturalmente... dio mio quanto beve lui!).
In Canada ovviamente si vedono tutti i canali made in US e, girando, abbiamo beccato su A&E l'imperdibile Die hard 3, con Bruce Willis. Samuel L. Jackson e Jeremy Irons. Capolavoro, capiamoci. L'avrò visto almeno cinque volte, è quello della grande rapina alla Federal reserve. Fino a che la storia andava avanti tra una sparatoria e l'altra, tutto bene. Quando poi la tensione è iniziata a crescere davvero, notavo però degli improvvisi buchi nell'audio, tanto da pensare che il collegamento che avevamo fatto tra stereo e tv (non c'è Annie, ci si diverte come si può) non funzionasse bene. Poi, prestandoci più attenzione, capisco che i buchi erano in coincidenza con le parolacce! Esatto, una censura equivalente al nostro BIP! ma applicata all'interno di un film. Per cui tutti i vari "fuckin'", "shit" etc (che, come potete immaginare, abbondano quando si insegue una banda di terroristi-ladri dell'ex Germania est) erano nascosti alle orecchie del pubblico più sensibile (trascuriamo ovviamente la considerazione che il tutto avveniva senza la minima limitazione delle scene di violenza e dei fiotti di sangue che abbondavano da tutte le parti). Le parolacce però non vanno bene e devono essere tagliate. Rimane solo il labbiale (evidentissimo per altro), uguale a quello dei "vaff..." degli allenatori nostrani che imprecano in panchina per l'ennesimo fuorigioco chiamato troppo tardi...

Vabbè, cambiamo canale e passiamo al mitico Comedy, canale 41, dove trasmettono praticamente solo cose volgarissime ma intelligenti, diciamo che South Park è il programma più soft. E' lì che fanno il Jon Dore Show, il mio programma preferito qui, che è qualcosa di demenziale, ma geniale allo stesso tempo, con talmente tante parolacce che il buon Mario Cioni impallidirebbe. Stasera su Comedy davano Team America, una specie di film fatto con dei pupazzoni (quello nella foto è il leader koreano Kim Jong Il). Volete sentirne una? In inglese quando devono prendere per culo gli asiatici per il modo in cui parlano, lo fanno al contrario di noi: se in Italia il cino-corean-giapponese non pronuncia la "r" e dice cose tipo "liso" o "lavioli al vapole", nei Paesi anglosassoni è la "l" che non riesono a pronunciare, per cui dicono cose come "Herro" per dire "ciao"... A questo punto la domanda è: come mai parlerà Mama di Via col vento? Dirà "Miz Zgarled, Miz Zgarled" tipo De Mita? Mah...

venerdì 15 febbraio 2008

Le prime foto dal Canada

Potete trovare un po' di foto a questo indirizzo: http://picasaweb.google.it/mastrolindo81/Canada02
Enjoy!

Vita sotto zero (ma che freddo fa...)

Ci sono dettagli della vita a queste temperature proibitive che non avrei mai immaginato. La cosa bella è che gli indigeni ci si adattano alla grande e anzi ci sguazzano con queste cose. Quello che guardano di più in tv è il mitico Channel 21, con le previsioni del tempo, che qualunque canadese (ovviamente) ritiene le migliori del mondo.
La cosa che più mi ha colpito è che appena esci di casa, se fa sotto i -10, per prima cosa ti si gelano i peli del naso (e lasciamo stare gli altri peli che è meglio). Il naso inizia a congelarsi dal "didentro" e senti una strana rigidità dentro le narici! Ti si formano proprio dei cristalli di ghiaccio, è stranissimo.
Poi l'abbigliamento è tutto un programma, a partire dalla calzamaglia sotto i pantaloni che fa l'effetto salsiccia: ti senti come un cacciatorino strizzato nelle tue parti intime (o come un vecchio con la pancera, come preferite).
Le scarpe sono un discorso a parte. E' impensabile affrontare mezzo metro di neve con quelle che mi sono portato dall'Italia, e quindi ho comprato quelle scarpe inguardabili di cui vi parlavo. Tuttavia mi chiedevo: ma mica posso andare in ufficio con questi scafandri?! Che caspita, sotto il vestito con la brutta copia delle Cult dei primi anni 90. E ecco che il genio canadese pone riparo a tutte le mie perplessità: ogni scrivania ha il suo vano per le scarpe, ognuno arriva con i suoi bei boots e poi li nasconde lì dentro per indossare delle più o meno accettabili scarpe nere (per lo più, senza curarsi mai del colore della cinta che ha messo).
A casa, ovviamente gli scarponi si lasciano nell'ingresso. Un paio d'ore dopo che sei rientrato, però, ti devi ricordare di andarci a passare lo scioglisale, per evitare che il sale che hanno messo per strada per sciogliere il ghiaccio si mangi la pelle delle scarpe (!). Già che ci sei, ti passi anche una crema sul viso, dato he il vento ti spacca letteralemente la pelle.
Per quanto riguarda la vita sociale, la risposta è quella dei mega-centri commerciali. A Ottawa il Rideau centre prende praticamente metà centro (il Panorama de no'artri gli fa un baffo) e dentro c'è di tutto. Si potrebbe passare una intera giornata senza uscire, o, come ho fatto io, un'intera settimana senza riuscire ancora nè a vederlo tutto, nè a orientarsi perfettamente al suo interno.
Dal punto di vista "sociale", c'è da dire che il "canadese" non mi pare molto "educato". Gli mancano proprio le basi delle buone maniere, e non parlo dei livelli che esigerebbero Lina Sotis o Sibilla Della Gherardesca. Più banalmente, non esiste il cedere il posto sull'autobus, o l'aspettare che tutti siano seduti per iniziare a mangiare, o anche il cedere il passo alla porta a una donna. Non voglio sembrare maniaco, ma da noi non ce ne accorgiamo (dandole per scontate) ma non trovando queste cose nel comportamento degli altri, più di una volta ci sono rimasto un po'...
Ps. non lo avrei mai immaginato, ma i canadesi sono ORGOGLIOSISSIMI del loro Paese. Sono peggio degli americani: bandiere in ogni casa e in ogni dove, convinzione di essere in cima a ogni classifica possibile e immaginabile, sicuri di avere lo stile di vita e perfino il modo di mangiare migliore possibile. Pare però che sia una cosa indotta negli ultimi anni, per reazione alle spinte separatiste del Quebec, e che qui a Ottawa (che è al confine e poi è anche capitale) sia il principale punto di scontro tra i due ambiti.
Pps. oggi ho anche incontrato lo Speaker del Senato (Borsa... il Presidente). Mi hanno fatto anche una foto con lui come per gli incontri tra Capi di stato. Mi ha anche invitato il 28 alla cena (24 persone in tutto!) con il premier della Repubblica ceca... Ha ragione Marianna: che scarpe mi metto???

martedì 12 febbraio 2008

Come si può sopravvivere un posto così freddo senza il Ciobar?

Primo giorno di lavoro...
Come diceva Battiato? "Un vento a trenta gradi sottozero incontrastato sulle piazze vuote e contro i campanili a tratti come raffiche di mitra disintegrava i cumuli di neve"? Beh, ci siamo andati moooolto vicini: al debutto in giacca e cravatta mi sono trovato un allegro -17, che con l'effetto-vento (che qui piace definire "wind chill") arrivava ad un coraggioso -27 percepito. Non male davvero.
Come in Superfantozzi, possiamo elencare i pezzi dell'armatura Piccirilli: cappello di lana per riparare il cuoio capelluto ormai raso; guanti insufficienti per prevenire l'ipotermia delle estremità superiori; scarponi modello ferro da stiro a carbonella, acquistati per l'occasione direttamente in loco (e che lascerò qui perchè non avrei il coraggio di metterli in terra italica); calzamaglia nascosata sotto i pantaloni del vestito; sciarpa modello tuareg che lascia fuori solo gli occhi. Mobilità articolare praticamente azzerata, possibilità di collisione con i simili vaganti per la strada elevatissima, ma ci si sente parte del gioco and that's it.

Per non tradire me stesso, sono arrivato al lavoro con un anticipo mostruoso. Mi veniva da dire "forse ho cannato da Dio" (caspita, sono arrivato a citare gli 883!). Poi però ho conosciuto i miei compagni di lavoro. Ora, contravvenendo a qualunque presupposto epistemologico individualista (Antiseri, Popper e compagnia cantando), bisogna dire che, se esiste il Canada, sicuramente non esistono i "canadesi": i miei compagni di lavoro sono Richard Nishimura, nippo-canadese, Jamie Moawad, libano-canadese, e una tibetano-canadese di cui non sono mai riuscito a capire il nome. Se aggiungiamo che anche il "boss", come lo chiamano loro, è un italo-canadese, il quadro è completo.
Il Senato è una serie di palazzoni neogotici (quello della foto è il pezzo centrale) che ha davvero poco a che fare con il resto della città. Io sono al secondo piano dell'East block. Nei miei sopralluoghi già mi vedevo attraversare la piazza nelle bufere di neve per raggiungere l'aula, ma per fortuna c'è un meraviglioso tunnel sotterraneo.
L'ufficio è molto carino, sono in uno stanzone insieme a Richard, a fianco alla stanza delle altre due e di fronte al senatore. Ho il mio pc, la mia scrivania e il mio telefono. Ho addirittura un indirizzo di posta elettronica del Senato e un appuntamento giovedì a mezzogiorno (il giorno di S. Valentino!) con lo Speaker. Vabbè...

Il lavoro è molto simile a quello che facevo da Zaccaria: ricerche e raccolte di dati di intere giornate per interventi che dureranno meno di una mezz'ora, ma tant'è. I temi di cui si occupa il senatore sono tantissimi: è nella Commissione Legal and constitutional affairs, in quella Foreign affaris e in quella National budget, quindi, si può spaziare dal seme di mela alla nave spaziale (o, come si diceva una volta con Marianna, da Ennio Remondino a mia zia Marta). Poi ha tutto un interesse per il Tibet, tanto da essere stato benedetto (blessed?) dal Dalai Lama, e dall'aver legato alla sedia del suo ufficio una sciarpa bianca che questo gli aveva regalato.
Il primo lavoro che mi è stato affidato è la preparazione di una Inquiry sulla possibilità di abbassare l'età dell'elettorato attivo da 18 a 16 (o ancora meno). "A 'mme, me pare proprje 'na strunzata", avrei risposto, ma che volete fare? Ho iniziato a setacciare la legislazione federale e locale per capire com'è la situazione. Ah... Ai patiti del genere, segnalo che solo in Quebec c'è il codice civile, gli altri Stati, anzi, le altre Provinces, sono tutte di common law.
Domattina ore 8.00 locali riunione con i rappresentanti della comunità tibetana. Che gioia! Ma che fretta avranno mai questi che devono presentarsi all'alba?

Ps. non so se avete notato, ma ultimamente il blog ha fatto un balzo tecnologico notevole: ora locale di Ottawa, contatore delle visite e, a grande richiesta, la tagboard.

sabato 9 febbraio 2008

Adesso ho una casetta (piccolina) in Canadà

... e finalmente arrivò il momento del Canada.

Quella che si vede nella foto (sepolta sotto mezzo metro di neve) è la mia casetta, al 29 di Washington Ave, Ottawa, Ontario. La mia stanza è al primo piano e dà dall'altra parte. Ho provato a girare intorno alla casa per fare la foto alla mia finestra ma c'è troppa neve e non si riesce!
I miei coinquilini sono Anny (la padrona di casa) e Luke. Anny è abbastanza simpatica e fieramente canadese. Di mestiere fa la "personal coach" (cioè?), e sembra che lavori come motivatrice, oltre a tenere corsi di autostima e idiozie del genere. Quanto a Luke, credo sia decisamente il punto di svolta del mio periodo in Canada: è simpaticissimo, molto "easy going" e fuori di testa quanto basta per smuovermi dalla mia pigrizia. Per chi conosce il tipo, è una specie di Delvigo in salsa canadese, ma un po' meno bohemienne. Sta con una pianista giapponese che vive in Spagna e fa una marea di cose, dal fotografo di moda al tecnico delle luci (pare abbia lavorato a Barcellona con Woody Allen) e parla 5 lingue tra cui, purtroppo, l'italiano. Eh sì, un difetto lo doveva avere. Ma sto cercando di usare l'inglese quanto più possibile...

La città, come mi aspettavo, non è poi granchè. Capiamoci, molto pulita e ordinata, e poi con la neve fa un certo effetto; ma per il resto è una comunità di sventurati che cerca in ogni modo di sfuggire al freddo assurdo che fa.
Come direbbe l'ingegnere: "io mi domando e dico", ma quando nelle grandi migrazioni dei secoli passati gli europei si sono stabiliti in Nordamerica, come cazzo gli è venuto in mente di venire qui? Cioè... O sono arrivati a maggio e poi ormai la frittata era fatta, o altrimenti è incomprensibile come si possa pensare di fermarsi qui e non andare in un posto in cui, almeno, non sia necessario assumere dei dipendenti comunali con la qualifica di "rompighiaggio" (sic!).
L'impatto con questi poveracci intirizziti che si aggirano per la città, però, devo dire che è stato meraviglioso. Ho conosciuto diversi amici di Luke (per lo più commercianti che avevano il negozio a fianco al suo in uno degli innumerevoli Shopping center) e sono tutti estremamente aperti e simpatici. Bevono come matti e sembrano insensibili al freddo polare che c'è in strada, ma sono sicuramente a posto.

Ps. è evidente che il mio umorismo, sempre bistrattato in terra nostrana, è invece nelle corde del Paese degli orsi e dello sciroppo d'acero. Ho raccontato la storiella della differenza tra il kebab (qui più tecnicamente definito shawarma) e il sesso orale e sono rimasti tutti parecchio soddisfatti...

giovedì 7 febbraio 2008

Leaving DC, never easy

Ieri sera, uscendo da un locale che sembrava perfetto per una puntata di Beverly Hills 90210, mi sono preso un’acqua che neanche nelle migliori notti bianche romane. Per fortuna mi sono rifugiato in un taxi che passava provvidenzialmente di lì.
Ora sono all’aeroporti di Washington Dulles (quello di 58 minuti per morire con Bruce Willis!) e mi sto godendo l’accesso gratuito alla rete wifi dell’aeroporto (che però funziona solo con i browsers e non con skype o messenger… doh!).

Partendo dal DC devo dire che la città è fenomenale, specialmente Georgetown (l’università è un posto incantevole, sono stato più di un’ora solo a guardarmi intorno). Tra l’altro andare a Georgetown non è semplicissimo: la metro ci passa sotto ma non si ferma, pare che più di una volta ci sia stato un referendum di quartiere e gli abitanti abbiano scelto di non avere una fermata propria per mantenere un po’ di tranquillita: che signori! Il centro invece è un po’ spettrale, pieno di questi Memorials e di musei di dubbio rilievo. Quello che più mi interessava era il National Museum of American History – nome piuttosto altisonante per un posto dove si espone l’originale Kermit la rana e il giubbotto di pelle di Henry Winkler (Borsa… Fonzie!) – ma purtroppo riapre solo tra qualche mese.
La vista dal Washington Monument è però una cosa da non perdere. Sì sì, è vero, è un mega obelisco di malcelato sapore massonico che neanche la Lonely planet esita a definire “quite fallic”, ma un passo lì ve lo consiglio. Per il resto la zona del Mall è piena di questi pseudo mausolei, tutti di marmo bianchissimo (un po’ pacchiano, direbbe Thomas Prostata) e che si vedono in una marea di film (da Forrest Gump a La rivincita delle bionde 2). Quello più interessante e poi in posizione molto scenografica è il Lincoln memorial, che poi è anche il posto del famoso discorso/sermone dell’I have a dream.
Assistere alla seduta del Senato è stato come andare a una riunione di condominio (ah, Nastasi Bastardo, non c’entra niente ma fa sempre piacere): i commessi stravaccati sui gradini del banco della Presidenza, i senatori (Liebermann compreso) che intervengono con tanto di cartellone illustrativo e bacchetta da maestrina. Quanto al super Tuesday, devo dire che il genere “maratona elettorale” non appassiona gli americani. Non c’è stato un simil-Vespa che la menava tutta la sera con l’aggiornamento delle previsioni, né un analogo di Emilio fede che piazzava bandierine (e meno male…). La cosa migliore l’ha detta Thomas: “domani mattina saprò com’è andata”. Che dire? Saggezza made in US.

Una delle cose che mi ha colpito della città, oltre quantità immane di polizia (e ai modi militareschi con cui questa affronta chiunque, dal barbone al bimbo che vuole attraversare la strada dove non si può) è la quantità altrettanto immane di cartelli di divieto. Ce n’è uno per qualsiasi cosa: i divieti d’accesso hanno anche la scritta “do not entry”; negli autobus non si può stare in piedi vicino al conducente; cani, gatti, armi e i fumatori (!) non possono entrare praticamente dovunque. Fin qui sarebbe quasi comprensibile. Ma come affrontare il divieto di lasciarsi scivolare modello Mary Poppins sul corrimano dell’imponente scalinata del Lincoln Memorial? Oppure… C’era proprio bisogno di segnalare che è vietato uccidere gli scoiattoli nei Constitutional Gardens? O che nelle tribune per il pubblico dell’Aula del Senato è vietato scendere le scale a due a due? Mah…
Voglio capire il discorso libertà positive/libertà negative, ma che caspita…

Tra una mezzora ho il volo per Ottawa, dove mi aspettano 6 gradi sotto zero e la neve.

mercoledì 6 febbraio 2008

La capitale degli acronimi

Dopo che in Germania avevo sentito persone dire di essere venute con un "PKW" (leggasi pecavè, ossia Personenkraftwagen) per far capire agli altri di aver preso la macchina, pensavo aver raggiunto la frontiera che delimita del linguaggio normale dalle storpiature per gli sms. A Washington ho capito che si può andare ben oltre. Passi il ricorso continuo al DC per dire District of Columbia, ma POTUS per President Of The United States mi pare sinceramente troppo. Allora Berlusconi che salutava George Dabliù aveva ragione. O anche l'infame traduttore dei dialoghi di Rogger Rabbit che aveva fatto passare "Errecappa" Maroon per il direttore degli studios. Vabbè...

Venendo a qualche considerazione sulla città (ma in fondo sull'American way of life), diciamo che:

- i negozi che affittano gli smoking esistono davvero. In Italia non ne avevo mai visti, qui è pieno di "tuxedo rental", che cazzo ci faranno mai...

- ci sono anche le palestre a più piani con le pareti di vetro per far venire l'ulcera ai ciccioni che camminano per strada;

- la città è piena delle bestie più strane, e non mi riferisco alle persone. Scoiattoli che rovistano nei cassonetti, oche che starnazzano nei giardini intorno al Washington memorial; uccelli di ogni dimensione che gironzolano dappertutto. mah...

- sarà anche un popolo "avanti", ma resta il mistero dei misteri: non avendo bidet e mancando il "telefono" della doccia, come mai potranno fare per lavarsi dove non batte il sole? Ho sempre dubitato che gli USA potessero esportare la democrazia, ora aggiungerei che di sicuro non possono esportare l'igiene intima. Tra l'altro, questi wc pieni d'acqua sono un affronto più che sfrontato a Archimede e al principio dei vasi comunicanti.

- confermo l'inesistenza di un concetto urbanistico di "piazza" per come lo intendiamo noi. Sarà banale come considerazione, ma in una città dove le strade si chiamano o con i numeri o con le lettere (N street ?!?) la cartina più che una mappa è uno schema da battaglia navale.

- confermo anche la sensazione della cugina sulla necessità per ciascun individuo di avere una quantità di spazio per sè di dimensioni spropositate. ci sono pick up della dodge che girano per strada immatricolati come mezzi di trasporto, ma a vederli bene hanno una metratura calpestabile da far invidia a un appartamento di medie dimensioni.

- i taxi sono una figata. tantissimi, li si ferma davvero con un gesto (anche della gamba se hai le mani occupate, come nei film!) e costano poco. Checchè ne dirà il buon silvio, il prezzo dei taxi è calmierato (dalla celebre DC Taxi Commission) e questo migliora il servizio: non avendo da spellare il pollo di turno con giri della madonna, il tassista (perlo più nero o ispanico e cmq sempre cortese) corre come un dannato perchè prima ti porta e prima prende un altro cliente, tanto il prezzo quello è.

Dopo un accenno con una tizia oggi su The Mall (Nell di Detroit), stasera mi preparo alla mia prima conversazione strutturata, oltretutto con un ospite d'eccezione: Thomas, il ragazzo di Marianna. Mi piace l'idea di uscire "con uno del posto", mi fa sentire meno "turista per caso".

martedì 5 febbraio 2008

Italiano? Emigrante?


L'impatto con gli USA è stato soprattutto l'impatto con le pratiche dei rigidissimi e zelanti gendarmi dell'immigrazione. Praticamente, una volta sceso dall'aereo sei in loro potere, non esisti come essere umano. Forse come numero di passaporto (ed è anche strano che non te lo tatuino sull'avambraccio). Per i più curiosi, fughiamo ogni dubbio: il dito nel culo non me l'hanno messo in cerca di ovuli di cocaina o cos'altro (peccato, direbbe qualcuno).

La fila alla serie infinita di controlli (compreso il rilascio delle 10 impronte digitali e della foto della retina) non credo sia diversa da una Ellis Island moderna. Ci saranno i pc, ma il clima di timore verso l'uomo in uniforme è lo stesso. Domande su domande, richieste di informazioni su tutto, compresa l'entità del mio conto in banca e il limite di prelievo all'estero del mio bancomat (ehm, signora maestra, non ho studiato...). Il tutto per un'ora buona di file e di moduli da compilare.E dire che sono anche stato fortunato ad essere arrivato tra i primi al controllo doganale, chi era in fondo secondo me è rimasto ad aspettare il suo turno più di tre.

Il volo, almeno quello, è andato benissimo, a parte la compagnia. Arrivo al mio posto (finestrino!! cazzo, la voglio vedere l'America all'orizzonte, come sui transatlantici di inizio Novecento) e vedo una specie di comodino che si aggira tra la fila 22 e 23 e penso: "no! questa a stento entra in un sedile, mo me la devo pure tenere a fianco". Poi, si sa, sono un signore e le cedo il mio posto, accomodandomi in una comunque non spiacevole poltrona-corridoio. Il tubo Innocenti di cui sopra rispondeva al nome di Annie, di Chicago, tornava a casa via Washington dopo due settimane a Roma con i suoi (che però, più dritti di lei, prima di tornare se ne sono sparati un'altra in solitaria a Parigi). Anche gli occhi vorrebbero la loro parte, certo, ma poi mi dico, "dai, almeno sembra socievole, si può impostare una prima conversazione per testare il livello di lingua". Non abbiamo ancora finito con i convenevoli che si toglie le scarpe. Ovviamente, non dopo avermi detto che l'ultima notte l'ha passata in giro per Roma e poi ha dormito qualche ora in aeroporto. Come dire, non sembrava di passeggiare in Provenza alla fioritura della lavanda, ma tant'è... In ogni caso, l'oscura presenza si è alienata prima con un libro e poi è caduta in catalessi fino all'atterraggio. Ovviamente in tutto questo ha avuto l'accortezza di tirare giù la tendina e rendere il panorama della mia trasvolata sull'oceano uguale a un viaggio in ascensore.

Cmq ora sono in albergo, Windsor Inn, 1842 16th str., un discreto tugurio, ma per furtuna ha internet wireless e ho già salutato in po' di persone.

lunedì 4 febbraio 2008

Come disse la cugina... "e blog fu".
A pensarci, non è che se ne sentisse il bisogno: non mi è parso di vedere folle bibliche accalcarsi in viale delle province reclamando puntuali resconoti dalle lande desolate dell'Ontario. Ma in questi mesi che sono via volevo buttar giù qualcosa più che altro per me, per poi rileggermi a distanza di tempo. In Germania l'ho fatto poco e me ne sono pentito parecchio.
Come per chi è già conivolto nella premiata ed instancabile newsletter "Giovanni lo fa!", aver avuto notizia di questo blog è segno che siete dei privilegiati. Sì, potete vantarvene con gli amici.

Vediamo di riassumere come stanno le cose ad oggi, a poche ore dalla partenza.
Il fratello millanta di festeggiare l'indipendenza domestica con "l'uomo nero se ne va party"; il Lombardi invece di venirmi a salutare ha preferito andarsene a Venezia per vedere la sfilata delle drag queen; Leti è riuscita a prendere il treno al volo all'ultimo minuto, ma forse è stato meglio così, costringendoci a un saluto "indolore". Dulcis in fundo, venerdì mattina si è data alle stampe (nonchè al pubblico ludibrio) la tesi: in cuoio grigio con le scritte nere, decisamente di nicchia! La prossima settimana raggiungerà i mitici commissari che inizieranno a demolire senza pietà due anni della mia vita.

L'idea della partenza è stata sommersa, fino a qualche giorno fa, dalle mille altre scadenze (master, tesi, spedizioni, rilegature, etc), ma ormai ci siamo.
Ragazzi! Qui si tratta di attraversare l'oceano, di andare dall'altra parte del mondo, di andare in AMERICA! "L'america è Atlantide, l'America è il cuore, è il destino. L'America è Life, sorrisi e denti bianchi su patinata. L'America è il mondo sognante e misterioso di Paperino", come diceva Guccini (e da qui il nome di questo blog, ma 2.0, per ovvie ragioni).
Mi spaventa un po' il confronto immediato in lingua, non so cosa si aspettano da me nella segreteria del mitologico senatore (http://www.sen.parl.gc.ca/senatorcon/, guardate che faccia c'ha!) e spero anche che i miei compagni di casa Annie e Luke (o Lucas?) siano simpatici come sono sembrati per mail.

Ora vado a nanna, non dopo avervi informato via mail di questo blog. Mi incuriosisce parecchio lo strumento del blog, e cercherò di aggiornarlo quanto più spesso possibile. Se vi va, commentate, che così cerco di stare dietro a quello che fate anche voi. Prometto di tenere un archivio stile Michele Apicella (il maniaco omicida di Moretti in Bianca, che scheda tutti gli amici e aggiorna i dossier a ogni novità).

Ps. la canzone che ho in testa in questi giorni è una sola:
"Words are flying out like endless rain into a paper cup, they slither while they pass, they slip away across the universe. Pools of sorrow, waves of joy are drifting thorough my open mind possessing and caressing me
Jai guru deva om
Nothing's gonna change my world"

Esatto, mentre sono via nothing's gonna change my world...

Ah, vai in Canada? E dove di preciso, a Toronto? Uhm... E dov'è Ottawa?

Ah, vai in Canada? E dove di preciso, a Toronto? Uhm... E dov'è Ottawa?