martedì 12 febbraio 2008

Come si può sopravvivere un posto così freddo senza il Ciobar?

Primo giorno di lavoro...
Come diceva Battiato? "Un vento a trenta gradi sottozero incontrastato sulle piazze vuote e contro i campanili a tratti come raffiche di mitra disintegrava i cumuli di neve"? Beh, ci siamo andati moooolto vicini: al debutto in giacca e cravatta mi sono trovato un allegro -17, che con l'effetto-vento (che qui piace definire "wind chill") arrivava ad un coraggioso -27 percepito. Non male davvero.
Come in Superfantozzi, possiamo elencare i pezzi dell'armatura Piccirilli: cappello di lana per riparare il cuoio capelluto ormai raso; guanti insufficienti per prevenire l'ipotermia delle estremità superiori; scarponi modello ferro da stiro a carbonella, acquistati per l'occasione direttamente in loco (e che lascerò qui perchè non avrei il coraggio di metterli in terra italica); calzamaglia nascosata sotto i pantaloni del vestito; sciarpa modello tuareg che lascia fuori solo gli occhi. Mobilità articolare praticamente azzerata, possibilità di collisione con i simili vaganti per la strada elevatissima, ma ci si sente parte del gioco and that's it.

Per non tradire me stesso, sono arrivato al lavoro con un anticipo mostruoso. Mi veniva da dire "forse ho cannato da Dio" (caspita, sono arrivato a citare gli 883!). Poi però ho conosciuto i miei compagni di lavoro. Ora, contravvenendo a qualunque presupposto epistemologico individualista (Antiseri, Popper e compagnia cantando), bisogna dire che, se esiste il Canada, sicuramente non esistono i "canadesi": i miei compagni di lavoro sono Richard Nishimura, nippo-canadese, Jamie Moawad, libano-canadese, e una tibetano-canadese di cui non sono mai riuscito a capire il nome. Se aggiungiamo che anche il "boss", come lo chiamano loro, è un italo-canadese, il quadro è completo.
Il Senato è una serie di palazzoni neogotici (quello della foto è il pezzo centrale) che ha davvero poco a che fare con il resto della città. Io sono al secondo piano dell'East block. Nei miei sopralluoghi già mi vedevo attraversare la piazza nelle bufere di neve per raggiungere l'aula, ma per fortuna c'è un meraviglioso tunnel sotterraneo.
L'ufficio è molto carino, sono in uno stanzone insieme a Richard, a fianco alla stanza delle altre due e di fronte al senatore. Ho il mio pc, la mia scrivania e il mio telefono. Ho addirittura un indirizzo di posta elettronica del Senato e un appuntamento giovedì a mezzogiorno (il giorno di S. Valentino!) con lo Speaker. Vabbè...

Il lavoro è molto simile a quello che facevo da Zaccaria: ricerche e raccolte di dati di intere giornate per interventi che dureranno meno di una mezz'ora, ma tant'è. I temi di cui si occupa il senatore sono tantissimi: è nella Commissione Legal and constitutional affairs, in quella Foreign affaris e in quella National budget, quindi, si può spaziare dal seme di mela alla nave spaziale (o, come si diceva una volta con Marianna, da Ennio Remondino a mia zia Marta). Poi ha tutto un interesse per il Tibet, tanto da essere stato benedetto (blessed?) dal Dalai Lama, e dall'aver legato alla sedia del suo ufficio una sciarpa bianca che questo gli aveva regalato.
Il primo lavoro che mi è stato affidato è la preparazione di una Inquiry sulla possibilità di abbassare l'età dell'elettorato attivo da 18 a 16 (o ancora meno). "A 'mme, me pare proprje 'na strunzata", avrei risposto, ma che volete fare? Ho iniziato a setacciare la legislazione federale e locale per capire com'è la situazione. Ah... Ai patiti del genere, segnalo che solo in Quebec c'è il codice civile, gli altri Stati, anzi, le altre Provinces, sono tutte di common law.
Domattina ore 8.00 locali riunione con i rappresentanti della comunità tibetana. Che gioia! Ma che fretta avranno mai questi che devono presentarsi all'alba?

Ps. non so se avete notato, ma ultimamente il blog ha fatto un balzo tecnologico notevole: ora locale di Ottawa, contatore delle visite e, a grande richiesta, la tagboard.

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Ah, vai in Canada? E dove di preciso, a Toronto? Uhm... E dov'è Ottawa?

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