mercoledì 6 febbraio 2008

La capitale degli acronimi

Dopo che in Germania avevo sentito persone dire di essere venute con un "PKW" (leggasi pecavè, ossia Personenkraftwagen) per far capire agli altri di aver preso la macchina, pensavo aver raggiunto la frontiera che delimita del linguaggio normale dalle storpiature per gli sms. A Washington ho capito che si può andare ben oltre. Passi il ricorso continuo al DC per dire District of Columbia, ma POTUS per President Of The United States mi pare sinceramente troppo. Allora Berlusconi che salutava George Dabliù aveva ragione. O anche l'infame traduttore dei dialoghi di Rogger Rabbit che aveva fatto passare "Errecappa" Maroon per il direttore degli studios. Vabbè...

Venendo a qualche considerazione sulla città (ma in fondo sull'American way of life), diciamo che:

- i negozi che affittano gli smoking esistono davvero. In Italia non ne avevo mai visti, qui è pieno di "tuxedo rental", che cazzo ci faranno mai...

- ci sono anche le palestre a più piani con le pareti di vetro per far venire l'ulcera ai ciccioni che camminano per strada;

- la città è piena delle bestie più strane, e non mi riferisco alle persone. Scoiattoli che rovistano nei cassonetti, oche che starnazzano nei giardini intorno al Washington memorial; uccelli di ogni dimensione che gironzolano dappertutto. mah...

- sarà anche un popolo "avanti", ma resta il mistero dei misteri: non avendo bidet e mancando il "telefono" della doccia, come mai potranno fare per lavarsi dove non batte il sole? Ho sempre dubitato che gli USA potessero esportare la democrazia, ora aggiungerei che di sicuro non possono esportare l'igiene intima. Tra l'altro, questi wc pieni d'acqua sono un affronto più che sfrontato a Archimede e al principio dei vasi comunicanti.

- confermo l'inesistenza di un concetto urbanistico di "piazza" per come lo intendiamo noi. Sarà banale come considerazione, ma in una città dove le strade si chiamano o con i numeri o con le lettere (N street ?!?) la cartina più che una mappa è uno schema da battaglia navale.

- confermo anche la sensazione della cugina sulla necessità per ciascun individuo di avere una quantità di spazio per sè di dimensioni spropositate. ci sono pick up della dodge che girano per strada immatricolati come mezzi di trasporto, ma a vederli bene hanno una metratura calpestabile da far invidia a un appartamento di medie dimensioni.

- i taxi sono una figata. tantissimi, li si ferma davvero con un gesto (anche della gamba se hai le mani occupate, come nei film!) e costano poco. Checchè ne dirà il buon silvio, il prezzo dei taxi è calmierato (dalla celebre DC Taxi Commission) e questo migliora il servizio: non avendo da spellare il pollo di turno con giri della madonna, il tassista (perlo più nero o ispanico e cmq sempre cortese) corre come un dannato perchè prima ti porta e prima prende un altro cliente, tanto il prezzo quello è.

Dopo un accenno con una tizia oggi su The Mall (Nell di Detroit), stasera mi preparo alla mia prima conversazione strutturata, oltretutto con un ospite d'eccezione: Thomas, il ragazzo di Marianna. Mi piace l'idea di uscire "con uno del posto", mi fa sentire meno "turista per caso".

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Ah, vai in Canada? E dove di preciso, a Toronto? Uhm... E dov'è Ottawa?

Ah, vai in Canada? E dove di preciso, a Toronto? Uhm... E dov'è Ottawa?