lunedì 24 marzo 2008

The worst of

Sara' che ero arrivato con un sacco di aspettative, ma Montreal mi ha abbastanza deluso. Pensavo di trovare la citta' che negli Anni 70 e' stata al centro di tutto, con il primo ministro Trudeau che girava in scarpe da ginnastica mentre era con la Regina Elisabetta e John Lennon che scriveva Give Peace a Chance nella suite di un albergo durante la famosa "in-bed-session" con Yoko Ono. L'Expo universale, le olimpiadi... E invece mi sono ritrovato un'anonima citta' nordamericana, abbastanza degradata e squallida. Se Toronto e' praticamente un pezzo di States in terra canadese e Quebec e' quasi in tutto europea, ecco, Montreal non e' ne' carne e ne' pesce. Certo, ci sono un sacco di locali notturni (in buona parte strip bar...), ma da vedere in giro c'e' ben poco. Al punto che ieri sera, adottando la filosofia di Letizia che in Spagna compro' un vestito di Custo e un paio di scarpe Pura Lopez dicendo che portava a casa dei pezzi dell'artigianato locale, me ne sono andato al cinema IMAX piuttosto che continuare a girare nel nulla. Del resto, visto che la tecnologia IMAX e' stata inventata da un canadese, non ho fatto altro che un tuffo nei prodotti tipici locali.

La cosa positiva e' che si mangia da dio, a cominciare dalla carne affumicata per finire con la poutine, una variante quebecois delle patate fritte, con della cagliata e della salasa di carne. E a poco prezzo.
Ero seduto da Schwartz's, un posto nel Plateau che pare abbia la migliore smoked meat della citta' (e in effetti era un continuo orgasmo per il palato), e sento dal tavolo a fianco un chiacchierare familiare: per la prima volta incontravo due italiani! Dal giorno della partenza da Roma non mi era mai capitato di incrociare dei connazionali (il che non mi era affatto spiaciuto). Incerto sul "jump in", ho tentennato un po'. Non volevo ficcarmi in una conversazione scontata sul tempo e le differenze dalla nostra primavera... Poi pero' ho iniziato a sentirmi come Raymond Barry di fronte allo Chevalier e non ho resistito. Alla quinta parola scambiata me ne sono pentito: romanerrimi, con l'unica preoccupazione di trovare l'Hooters piu' vicino e il minimo interesse per la mia delusione per la citta'.
Anzi, parlando esce la storia di John Lennon e di come la citta' fosse diversa da quanto mi aspettassi e uno dei due mi risponde: "che canzone e'? mai sentita... E c'ho pure One, il Greatest hits dei Beatles". Volevo infilargli la forchetta su per il naso. Il discorso mi ha fatto rispolvere un'idea letta su un giornalino universitario circa il necessario odio per la categoria "Best of" del panorama discografico. Gia', e' assolutamente necessario NON comprarli e NON frequentare persone che collezionano le "raccolte", magari natalizie, che rappresentano il Bignamino del melomane. Dico io, anni a disputare se e' meglio un album tecnicamente perfetto come Rubber Soul, oppure uno rielaborato fino allo sfinimento come Sgt. Pepper e arriva un ignorantone e mi viene a piazzare l'inno del pacifismo Flower power nell'era pre-Let it be?????

Lasciamo stare, tanto tra qualche ora si parte per la Grande mela.

Ps per i lettori spezzini: lo sapevate che la macchina che passa sul ghiaccio per preparare il campo da hockey si chiama "the zamboni"? Avra' qlcsa a che fare con la Sara??????

Nessun commento:

Ah, vai in Canada? E dove di preciso, a Toronto? Uhm... E dov'è Ottawa?

Ah, vai in Canada? E dove di preciso, a Toronto? Uhm... E dov'è Ottawa?