martedì 1 aprile 2008

Qui finisce l'avventura...

Rientrato nel Grande Raccordo Anulare (e nelle temperature adatte alla sopravvivenza umana), è il momento di chiudere l'esperienza di questo blog: non è un "diario" per tutte le stagioni e, finito il periodo in Canada, non ha ragione di continuare.
In pieno stile piccirillesco, però, ci vuole una statistica conclusiva, che premi i lettori più attivi (e contemporaneamente soddisfi le mie manie di classificazione). Ho conteggiato sia gli interventi sulla tag board che i commenti ai miei post, e ne è venuto fuori un esito abbastanza scontato:
  • Erik (straripante) 30
  • Leti 10
  • Marianna 9
  • Rosella 7
  • Giuseppe e Ylenia 6
  • Lucia, Paola e il fratello 2
  • Silvio, Michele e il buon Paologreco 1
Ps non si lamenti chi, pur avendo letto il blog, è stato troppo pigro per lasciare traccia...

venerdì 28 marzo 2008

NY




Soddisfatta la richiesta di foto dal Blue note avanzata dal buon Erik.
PS. domani aereo e domenica mattina mesto rientro in patria. L'avventura nordamericana è conclusa, ma non prima di andarmi a godere Chicago the musical a Broadway. Figata!!!

lunedì 24 marzo 2008

The worst of

Sara' che ero arrivato con un sacco di aspettative, ma Montreal mi ha abbastanza deluso. Pensavo di trovare la citta' che negli Anni 70 e' stata al centro di tutto, con il primo ministro Trudeau che girava in scarpe da ginnastica mentre era con la Regina Elisabetta e John Lennon che scriveva Give Peace a Chance nella suite di un albergo durante la famosa "in-bed-session" con Yoko Ono. L'Expo universale, le olimpiadi... E invece mi sono ritrovato un'anonima citta' nordamericana, abbastanza degradata e squallida. Se Toronto e' praticamente un pezzo di States in terra canadese e Quebec e' quasi in tutto europea, ecco, Montreal non e' ne' carne e ne' pesce. Certo, ci sono un sacco di locali notturni (in buona parte strip bar...), ma da vedere in giro c'e' ben poco. Al punto che ieri sera, adottando la filosofia di Letizia che in Spagna compro' un vestito di Custo e un paio di scarpe Pura Lopez dicendo che portava a casa dei pezzi dell'artigianato locale, me ne sono andato al cinema IMAX piuttosto che continuare a girare nel nulla. Del resto, visto che la tecnologia IMAX e' stata inventata da un canadese, non ho fatto altro che un tuffo nei prodotti tipici locali.

La cosa positiva e' che si mangia da dio, a cominciare dalla carne affumicata per finire con la poutine, una variante quebecois delle patate fritte, con della cagliata e della salasa di carne. E a poco prezzo.
Ero seduto da Schwartz's, un posto nel Plateau che pare abbia la migliore smoked meat della citta' (e in effetti era un continuo orgasmo per il palato), e sento dal tavolo a fianco un chiacchierare familiare: per la prima volta incontravo due italiani! Dal giorno della partenza da Roma non mi era mai capitato di incrociare dei connazionali (il che non mi era affatto spiaciuto). Incerto sul "jump in", ho tentennato un po'. Non volevo ficcarmi in una conversazione scontata sul tempo e le differenze dalla nostra primavera... Poi pero' ho iniziato a sentirmi come Raymond Barry di fronte allo Chevalier e non ho resistito. Alla quinta parola scambiata me ne sono pentito: romanerrimi, con l'unica preoccupazione di trovare l'Hooters piu' vicino e il minimo interesse per la mia delusione per la citta'.
Anzi, parlando esce la storia di John Lennon e di come la citta' fosse diversa da quanto mi aspettassi e uno dei due mi risponde: "che canzone e'? mai sentita... E c'ho pure One, il Greatest hits dei Beatles". Volevo infilargli la forchetta su per il naso. Il discorso mi ha fatto rispolvere un'idea letta su un giornalino universitario circa il necessario odio per la categoria "Best of" del panorama discografico. Gia', e' assolutamente necessario NON comprarli e NON frequentare persone che collezionano le "raccolte", magari natalizie, che rappresentano il Bignamino del melomane. Dico io, anni a disputare se e' meglio un album tecnicamente perfetto come Rubber Soul, oppure uno rielaborato fino allo sfinimento come Sgt. Pepper e arriva un ignorantone e mi viene a piazzare l'inno del pacifismo Flower power nell'era pre-Let it be?????

Lasciamo stare, tanto tra qualche ora si parte per la Grande mela.

Ps per i lettori spezzini: lo sapevate che la macchina che passa sul ghiaccio per preparare il campo da hockey si chiama "the zamboni"? Avra' qlcsa a che fare con la Sara??????

domenica 23 marzo 2008

Diffidate dalle imitazioni

Non ce la faccio più.
Non è che mi chiamo "Mario Rossi" come quello dell'8 per mille. Eppure ho un invadente omonimo che rischia prima o poi di farmi fare delle ricchissime figure di merda.
E' il solito Giovanni Piccirilli (come me), ma nato a Ceprano (FR) il 10 ottobre 1978 (quindi non sono io!), che scrive boiate neo-harmony e si autodefinisce "Il nuovo scrittore dei sentimenti". Patetico.

Ora ha anche un blog, il cui indirizzo è http://giovannipiccirilli.splinder.com/, peggio di così...
Pare abbia addirittura una segretaria che gli tiene i rapporti con i fans (eh?).
Ma posso denunciare uno che va in rete a pubblicare con il mio nome (NON MI INTERESSA SE E' ANCHE IL SUO!!!) frasi del tipo: "Il segreto di un amore sta nel rispettare la donna, il segreto di una donna sta nell'essere amata, il mio segreto è in entrambi..."? MA CHE CAZZO VUOL DIRE??? E poi, se proprio vuoi scrivere, trovati uno pseudonimo.

PS. tormenta di neve prima e vento a -20 poi su Quebec, serata in camera a far nulla. D'oh!

sabato 22 marzo 2008

Quebec 1608.

La capitale del Quebec (omonima, gli anglofoni aggiungono city) è una città spettacolare. Senza eccedere in trionfalismi, è uno dei posti più belli che abbia mai visto.
E' un mix tra Europa e America, e anzi di yankee non ha assolutamente nulla. Difficilmente si sente parlare inglese per strada, al posto dei fast food ci sono le creperie. Mi ricorda tantissimo la Bretagna (Giù, ti ricordi la galette mangiata a Quimper sotto il tendone mentre fuori diluviava? Ecco...).
Tra l'altro quest'anno la città "compie" 400 anni dalla fondazione e quindi è anche tirata a lucido (sotto i 50cm di neve, s'intende...).

E' uno dei pochi posti del nordamenrica davvero ricco di storia, se per storia intendiamo qualcosa che una persona dell'età dei nostri nonni non possa aver vissuto. Ai piedi della rocca (bellissima, tutta circondata dalle mura) c'è la Pleines d'Abraham, teatro di non so quante battaglie tra inglesi e francesi prima e tra americani e inglesi poi. E' qui che è morto il mitico colonnello (poi generale) Montcalm, presente anche ne L'ultimo dei mohicani (Lu! quante volte ci siamo "smessaggiati" mentre lo facevano???).
Proprio al centro della città c'è un albergo clamoroso (quello della foto), lo Château Frontenac che appunto, più di un albergo, è un castello vero e proprio nel quale tra l'altro si sono incontrati Churchill e Roosevelt durante la Seconda guerra mondiale. Nell'ossessione (questa sì, nordamericana) di mettere tutto in classifica, pare che sia l'albergo più fotografato del mondo. Sarà... Cmq, siccome è davvero scenografico (nel punto più alto della città, a strapiombo sul porto e il fiume S. Lorenzo), mi sono scatenato con la macchinetta e ho contribuito a tenerlo in vetta agli scatti della giornata. Anzi, per fotografarlo meglio, ho preso il piccolo traghetto che porta a Levis, dall'altra parte del fiume.
Che spettacolo, l'acqua era semicongelata e nella corrente c'erano dei pezzi di ghiaccio enormi tra i quali il traghetto si faceva strada con una sicurezza da far impallidire il capitano del Titanic. A parte il punto d'osservazione per le foto, dall'altra parte non c'era davvero nulla e, praticamente surgelato come una busta di spinaci findus, me ne sono tornato indietro dopo neanche una mezz'ora.

Ritornato a Quebec, sono andato a fare anche il giro dell'albergo di cui sopra (purtroppo accessibile solo con delle visite guidate, gestite da zelanti ragazze molto in carne vestite da cameriere dell'ottocento). Nonostante la Lonely planet lo snobbi alla grande, l'interno dell'albergo vale tutti gli 8 dollari che costa. Ti portano dappertutto, anche in una stanza tanto per farti rosicare d non potertela permettere (da 300$ a notte, che alla fine non sono neanche uno sproposito se penso a quanto mi hanno spillato per una stamberga a Siena l'ultima volta che sono andato per il Convegno del gruppo di Pisa).

Per il resto la città è magica e con la neve è un posto proprio romantico. Non a caso è pieno di coppiette che girano mano nella mano. Che invidia, non tanto per la compagnia, quanto per il fatto di avere qualcuno che ti conserva le mani a una temperatura accettabile!

Ah, vai in Canada? E dove di preciso, a Toronto? Uhm... E dov'è Ottawa?

Ah, vai in Canada? E dove di preciso, a Toronto? Uhm... E dov'è Ottawa?