sabato 8 marzo 2008

Spettacolare


... sempre meglio di quelli che tagliano gli spaghetti con il coltello!

giovedì 6 marzo 2008

"Can I have a BLOODY steak?" "Would you like also the fuckin' potatoes to go with it?"

Checchè ne dica Severgnini, l'inglese è cmq una lingua strana.
E non parlo dei mitici false friends o della presunta (!) inesistenza della grammatica. E' proprio che viene difficile, se si pensa in italiano, trovare le giuste formule per costruire una frase formale o di cortesia. Cioè, per esempio, in italiano io uso tantissimo il condizionale, soprattutto al passato. Qui, per risultare gentile, si può sostanzialmente dire qualunque boiata, basta che alla fine ci si infili un please. Tra l'altro, i vari excuse me, thanks, hallo, goodbye, qui in Canada vengono usati proprio poco, e sostituiti da più colloquiali permit, cheers, have a go'd... (senza dire neanche cosa di buono si stia augurando), e altro ancora. Quindi, sembra che ci si rivolga sempre a un amico stretto...

Ieri, però, dovevo andare all'università di Ottawa a conoscere un professore e non volevo fare la figura del cameriere cingalese di una tavola calda a Roma, che chiede a chiunque: "hai finito?" (mi ricordo una mitica scena con Costanzo che dava del lei al cameriere e questo rispondeva con un tu troppo confidenziale per la situazione).
Innanzitutto un primo dramma: di cognome il prof fa "Magnet", ma sarà anglofono (quindi "allò profèssor. Màg-net"), o quebecois (e dunque "bongiùr professeur. Manèt")? Non è una stronzata, qui ci tengono molto ad essere salutati nella loro lingua, poi sono dispostissimi a parlare in quella scelta dall'interlocutore, ma non bisogna mai scambiare una Julie (francese) per una July... Il suo sito internet però è solo in inglese, quindi partiamo con una buona base.
Secondo problema: cravatta? Qui la mettono in pochi anche in Senato e, per lo più, vengono a lavorare in pantaloni normali e camicia, cui aggiungono, se del caso, una cravatta e una giacca di pessima qualità, conservate sempre in ufficio (immaginate il risultato dell'abbinamento)... Però mi dico "con la cravatta non si sbaglia mai... George Bernard Shaw ce l'ha insegnato: qualunque bifolco con una camicia bianca stirata sembra un signore di terre. Al massimo metto una giacca più ordinaria e vado tranquillo". All'appuntamento lui si presenta con i pantaloni chiusi in fondo con delle molle (per evitare che si rovinino con la neve e il sale che c'è per strada), tutto di corsa perchè fuori fac un freddo cane, con un maglione che sembra quello di Marc Darcy nel primo Bridget Jones (alce compreso) e, naturalmente, le scarpe in mano perchè poi in stanza si cambia gli scarponi.
A parte il disorientamento iniziale, è stato gentilissimo, abbiamo chiacchierato una mezz'ora. Diceva terrific ogni volta che parlavo io. Solo dopo un po' ho capito a) che non mi stava prendendo per il culo, b) che è una espessione positiva. Mi ha invitato per un seminario martedì prossimo, andiamo a vedere un po' come funziona l'Università canadese.

Ps Flash per il fratello: oggi è il 6 marzo. Oltre ad essere il compleanno di Laura Guerra, è anche una data da ricordare. Esattamete dieci anni fa (eravamo nella casa vicino ai pompieri) abbiamo comprato la maglietta del Manchester e poi io, con il nuovo taglio di capelli (allora ne avevo), ho dato l'addio uffciale al mitico "ciuffo fossilizzato".

mercoledì 5 marzo 2008

Pronto Casa Bianca, sono Hillary. In cosa posso aiutarla?

Guardate questo video della campagna di Hillary (Rodham) Clinton.

Ma dico io, va bene far passare un'immagine rassicurante. Ma cazzo, se aspetti sei squilli prima di rispondere, magari è meglio mandarci un altro alla Casa Bianca!!!

martedì 4 marzo 2008

Zingarata artica

Rientrando dalla gita in mezzo al nulla mi sono fatto un'odissea negli aeroporti canadesi: ieri mi hanno cancellato il Calgary-Ottawa per neve, costringendomi a partire in piena notte e a fare scalo a Toronto. Tuttavia, poco male. Anzi, mi sono goduto il pomeriggio guadagnato e me ne sono andato a Calgary, che poi nel 1988 è stata anche sede olimpica. Come diceva il buon Mantoni, però, "non finisce qui", e una volta arrivato a Toronto alle sette di stamattina, scopro che anche il nuovo volo per Ottawa era stato cancellato e quindi sono rimasto come un idiota fino alle 16.30 al terminal D dell'aeroporto di Toronto, senza neanche poter usare internet (o sì, certo, c'è la connessione wireless gratuita dovunque, ma se non hai il portatile un internet cafè non lo trovi neanche a pagarlo oro).

Tornando però al viaggio in camion, metto qualche foto per ripercorrere il tutto. L'Ontario è la parte più da cartolina (insieme alle Montagne rocciose, che però non ho visto) ed è una sterminata foresta di pini e abeti con questi laghetti del cavolo che spuntano dovunque. Certo, bello è bello, però dopo un po... I canadesi millantano che sono pieni di alci, ma questi bastardi non si sono fatti vedere (fuckin' Bullwinkle).
Il Manitoba, invece inizia di colpo e gli alberi all'improvviso spariscono, lasciando il posto a dei cespugli bassi. Qui il mezzo più usato sono le famose motoslitte, che praticamente ti sfrecciano a fianco in corsie indipendenti. Mi è capitato più di una volta di vedere case con la macchina praticamente abbandonata nella neve e la motoslitta accanto, lucente...
Oltre agli alberi, spariscono pure le colline e il paesaggio si fa "lunare". Il buon Bill mi ha anche detto una specie di proverbio di queste parti: "qui la terra è talmente piatta (flat) che se il cane scappa, puoi vederlo dalla finestra di casa tua per più di due giorni". Mah...

Quanto allo Saskatchewan, è una landa desolata, ma proprio desolata. Spazzata da un vento indecente e gelido, che porta sull'asfalto la cd. "blowing snow", che sembra sia vapore che viene su dall'asfalto. In pratica è un deserto bianco, c'è la neve e non la sabbia, ma cambia proprio poco. Anche Regina, la capitale, è una città fantasma, senza centro, senza piazze, ma con ben cinque mall, uno dentro la città e quattro sui punti cardinali (troppo razionale!).
Di Calgary ci sarebbe da dire, ma sono talmente stravolto che me ne vado a nanna: it's made a certain, direbbero a Roma, ossia, s'è fatta 'na certa...
Ps. ieri ho anche visto There will be blood, barbaramente tradotto in italiano come Il petroliere. Lo consiglio a tutti...

domenica 2 marzo 2008

In the middle of nowhere

Brandon, Manitoba.
Sto scrivendo il post dal Motel dove ci siamo fermati a dormire e mi sento soddisfatto solo per questo. In senso tecnico, in questo momento sono un blogger che racconta al mondo le sue avventure nei posti piu' strani e remoti in una pausa dei suoi spostamenti. Eccomi, si', sono un viaggiatore, un globtrotter (doverosa citazione di Rosco Dan, ora che sono nella sua terra). E sinceramente non me ne frega molto se lo stile del mio post non e' sobrio e scorrevole come la prosa di Severgnini o ricco e descrittivo come quella di Garcia Marquez. Anche perche', se poi a giudicarmi e' il "fratello", che e' rimasto ancora all'uso del "sebbene"...

In ogni caso, e' vero. Sono in mezzo al nulla. I panorami dei questi due giorni sono stati incredibili, peccato non essermi potuto fermare piu' di tanto a fare foto, ma dovevo stare ai ritmi di Bill e Annie, e per loro e' un viaggio di lavoro.
La traversata della prima parte dell'Ontario e' stata abbastanza noiosa. Cittadine anonime l'una dietro l'altra, infinite pompe di benzina e di caffe drive in (si', esistono davvero). A un certo punto, pero' abbiamo svoltato verso nord per evitare il traffico dell'autostrada principale e abbiamo preso una statale spettacolare, con dei panorami da cartolina. Freddo era freddo! Oltre -25 con punte di -30, ma dentro il camioncino c'era un tepore proprio piacevole.
Quello che mi e' andato storto e' che non ho potuto guidare. L'assicurazione non copre autisti diversi da loro due e quindi ho dovuto lasciar perdere.

I compagni di viaggio sono abbastanza simpatici, soprattutto Bill. E' un tipo strano ma estremamente socievole, ha 60 anni ma ci prova con tutte le cameriere sotto i 20 che incontra. Divorziato, lavorava come ingegnere in un'impresa che modificava i camion. Ora e' in pensione e oltre a fare l'istruttore per piloti di mongolfiere (?!?), scarrozza camion e altri mezzi da un capo all'altro del Nordamerica. E' un soggetto dall'aneddoto facile e mi ricorda molto Santachiara senior (ai cugini sara' chiaro il riferimento). In pratica e' il tipo che fa un paio di volte al mese la traversata del Canada e si ferma a mangiare, dormire e far benzina sempre negli stessi posti. Bah. Cmq un'avventura gliela invidio proprio: un viaggio con uno scuolabus da Oklahoma City (si scrive cosi'?) fino a Montreal, spaccando in due tutti gli States.
Annie invece e' la persona meno femminile che abbia mai conosciuto. Perfino il Festa (ben noto a molti di voi) sembrerebbe una collegiale al suo confronto. A proposito del Festa, propongo a Marianna e Erik di continuare il loro dibattito spostando l'attenzione dalla tag board a quest'ultimo.. In ogni caso, Annie mangia come un vitello obeso, russa di notte a punto da svegliarmi nella stanza accanto e si e' portata perfino la fiaschetta per rilassarsi dopo una giornata di guida. Hai voglia poi a lamentarti la sera di San Valentino che sei da sola! Che dire? Magari "avra' gli specchi di legno". Alla guida, poi, ha un piede da fare invidia a Cozy Powell, sia perche' corre come una dannata, sia perche' ha la sensibilita' sull'acceleratore di un batterista da heavy metal.

Tornando invece al paesaggio, il pezzo piu' bello e' stato quello da Thunder Bay a Kenora. Un susseguirsi di boschi che sembravano quelli di Warcraft e di laghetti deliziosi e quasi sempre ghiacciati e coperti di neve. Passati poi nel Manitoba, le cose cambiano radicalmente. Gli alberi spariscono all'improvviso, le colline e le curve anche e tutto diventa una enorme distesa piattissima e bianca, spazzata da un vento fortissimo. In tutto questo, gli unici mezzi che girano sono gli enormi camion pieni di legna e le motoslitte. Si' si', le snowmobiles! A fianco alla strada c'e' una specie di pista ciclabile e li' sfrecciano questi pazzi cingolati, con il casco rigorosamente intonato al colore del mezzo. Davanti ai ristoranti e ai supermarket c'e' il parcheggio per le auto e quello per le motoslitte, al benzinaio fanno la fila praticamente solo loro.

Alci non se ne sono visti (e che cavolo) anche se ieri un lupo ci ha attraversato la strada e poi e' rimasto sul bordo a guardarsi intorno. Spero che la foto sia venuta bene.
Domani mi aspetta l'ultimo pezzo fino a Regina e poi il volo per casa, con un irragionevole scalo a Calgary che, a conti fatti, sara' il posto piu' lontano da casa in cui sono mail stato.

PS. il popolo sovrano ha deciso: la tag board rimane! Mi aspetto che ora anche il Pd adotti il metodo della tagboard nel programma di governo.

Ah, vai in Canada? E dove di preciso, a Toronto? Uhm... E dov'è Ottawa?

Ah, vai in Canada? E dove di preciso, a Toronto? Uhm... E dov'è Ottawa?